Coronavirus, variante Stratus 2025

Perché il virus continua a mutare? Quali sono i sintomi e quali rischi corre chi convive con malattie rare o croniche? Il punto sul SARS-Cov-2 e sulla strategia vaccinale per l’autunno

La curva dei contagi da Covid-19 torna a muoversi, seppur in modo lieve, e lo fa sull’onda di una nuova protagonista: la variante XFG, ribattezzata Stratus, ormai dominante in Italia e in buona parte del mondo. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, Stratus è responsabile di oltre la metà dei casi sequenziati nell’estate 2025

Nella settimana compresa tra l’11 e il 17 agosto 2025 sono stati analizzati 47.842 campioni per SARS-CoV-2, provenienti da 83 Paesi. I dati, raccolti dall’OMS attraverso la rete globale di sorveglianza virologica e i siti sentinella, mostrano che 2.229 campioni sono risultati positivi, pari al 4,7% del totale.

A livello globale, l’attività del virus è rimasta sostanzialmente stabile, pur con differenze regionali. In Europa, dal 17% dei casi del 10 agosto si è passati al 19% il 17 dello stesso mese.

L’OMS l’ha classificata come “Variant under Monitoring”, indicando un rischio di salute pubblica basso rispetto alle altre discendenti di Omicron. Non ci sono evidenze di maggiore severità della malattia rispetto alle linee Omicron già circolanti; l’aumento dei casi è attribuibile soprattutto al vantaggio di trasmissione/escape immunitario (mutazioni della proteina Spike, tra cui amminoacidi 478 e 487) e al calo dell’immunità nella popolazione, non a un “ritorno” intrinseco di virulenza.

Ma cosa comporta davvero questa nuova mutazione del coronavirus? In particolare, cosa significa per chi vive con fragilità?

PERCHÉ IL VIRUS CONTINUA A MUTARE

SARS-CoV-2 a ogni replicazione può introdurre variazioni nel suo codice genetico. Stratus, in particolare, è il risultato di una ricombinazione tra due lignaggi discendenti di Omicron (LF.7 e LP.8.1.2). In pratica, quando due varianti infettano la stessa persona, il virus può “mescolare” i propri segmenti genetici, dando origine a nuove combinazioni

Un processo favorito dall’alta circolazione del virus nella popolazione. Non si tratta di un ritorno di virulenza in senso classico, ma di un vantaggio evolutivo: le mutazioni che favoriscono la trasmissione o sfuggono almeno in parte agli anticorpi tendono a prevalere. Secondo l’OMS, però, Stratus non mostra segni di maggiore severità rispetto ad altre sottovarianti di Omicron.

SINTOMI: IL PROFILO CLINICO RESTA “ALTO-RESPIRATORIO”

Dal punto di vista clinico, Stratus si comporta come le varianti Omicron che l’hanno preceduta. I sintomi più frequenti restano quelli da infezione delle vie respiratorie superiori: mal di gola, tosse secca, febbre lieve, dolori muscolari, stanchezza.

Diversi clinici, in Italia e all’estero, segnalano un sintomo ricorrente ma non esclusivo, la raucedine o perdita temporanea di voce. Anche in questo caso, nulla che indichi una forma più grave della malattia, almeno nelle persone giovani e sane.

Il quadro clinico, insomma, resta quello di una sindrome respiratoria acuta lieve, che può però aggravarsi nei soggetti fragili.

COMORBIDITÀ E MALATTIE RARE: LE FRAGILITÀ RESTANO IN PRIMA LINEA

Il vero nodo riguarda chi convive con condizioni croniche o rare. Secondo le linee guida internazionali, i rischi aumentano in presenza di immunocompromissione (come dopo trapianti, terapie oncologiche o immunosoppressive), malattie cardiovascolari, respiratorie croniche, diabete, obesità e insufficienza renale. Una revisione sistematica pubblicata nel 2025 conferma che le persone immunocompromesse restano tra le più esposte a esiti severi, con necessità di ricovero e trattamenti intensivi.

Per chi ha una malattia rara, la valutazione dipende dal tipo di coinvolgimento: patologie che interessano cuore, polmoni o muscoli respiratori, così come quelle che richiedono terapie che abbassano le difese immunitarie, aumentano la vulnerabilità. In questi casi, avere un piano concordato con il medico curante, che includa vaccino aggiornato e accesso rapido agli antivirali, è fondamentale.

VACCINI: VERSO LA STAGIONE 2025-2026

Sul fronte della prevenzione, l’EMA ha raccomandato per la stagione 2025-2026 un aggiornamento della composizione dei vaccini anti-Covid, in continuità con la strategia già adottata contro le precedenti sottovarianti di Omicron.

Per quanto riguarda la somministrazione, in Italia restano valide le ultime indicazioni ministeriali (campagna 2024-2025), in attesa della nuova circolare: priorità a persone anziane, chi convive con comorbidità, ospiti di strutture socio-sanitarie, operatori e operatrici sanitari/e e donne in gravidanza.

Le prove di efficacia mostrano che i vaccini adattati JN.1/XBB.1.5 mantengono una buona protezione contro le forme gravi e che la vaccinazione riduce anche il rischio di long-Covid.

La co-somministrazione con l’antinfluenzale è raccomandata per semplificare la logistica e aumentare le coperture.

UN EQUILIBRIO DA MANTENERE

Il quadro che emerge è chiaro. Stratus non rappresenta un “salto” nella gravità della malattia, ma ci ricorda che il virus continua a circolare e ad adattarsi. Per la maggior parte della popolazione, soprattutto quella sana e giovane, la malattia resta lieve. Per chi è fragile, invece, il Covid continua a essere una sfida concreta.

La differenza la fanno prevenzione, protezione vaccinale e accesso tempestivo alle cure. In altre parole: convivere con il virus non significa ignorarlo, ma gestirlo con consapevolezza.

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