Il codice di esenzione della sclerosi multipla è 046 (Malattie croniche).

Origgio (Varese) - Novartis ha annunciato l’esito positivo dello studio di Fase III PARADIGMS, volto a valutare la sicurezza e l’efficacia di fingolimod, con somministrazione orale una volta al giorno, in bambini e adolescenti (di età dai 10 ai 17 anni) affetti da sclerosi multipla (SM). I dati mostrano come fingolimod abbia portato, su un periodo fino a due anni, una riduzione significativa e clinicamente rilevante nel numero di ricadute (tasso annualizzato di ricadute) rispetto ad interferone beta 1-a intramuscolo.

Darmstadt (GERMANIA) – Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, ha annunciato che la Commissione Europea (CE) ha concesso l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio di cladribina compresse 10mg (nome commerciale Mavenclad®) per il trattamento della sclerosi multipla recidivante con elevata attività di malattia (SMR) nei 28 Paesi dell’Unione Europea (UE), oltre che in Norvegia, Liechtenstein e Islanda. Cladribina compresse è la prima terapia orale che, con un breve ciclo di trattamento, si è dimostrata efficace su tutti gli indicatori chiave dell’attività di malattia nei pazienti con SMR altamente attiva, incluse la progressione della disabilità, il tasso di recidiva annualizzato e l’attività alla Risonanza Magnetica Nucleare (RMN).

Il farmaco non è più a carico del cittadino: la decisione è stata presa da AIFA

Una recente delibera dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), pubblicata lo scorso mese di luglio in Gazzetta Ufficiale, ha riconosciuto la rimborsabilità di daclizumab, un trattamento indicato per i pazienti con sclerosi multipla (SM) in forma recidivante. L'AIFA ha infatti decretato il passaggio del farmaco dalla classe C (a carico del cittadino) alla classe A, ossia a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Un meccanismo finora poco studiato, oggi rappresenta l'avanguardia degli studi sulla sclerosi multipla: si tratta della rimielinizzazione, che ora è l'obiettivo che diversi studi si pongono come prioritario, per agire, fin dalle prime fasi di malattia, sulla degenerazione che spiana la strada alla disabilità. Di questa frontiera della ricerca ne parla Catherine Lubetzki, del Dipartimento di malattie del sistema nervoso, Hôpital Pitié-Salpêtrière, Parigi.

Intervista a Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irgb-Cnr) e professore di genetica medica dell’Università di Sassari.

La sclerosi multipla (SM) è una patologia complessa, per la quale non è possibile rintracciare una sola causa quanto piuttosto un gruppo di fattori che concorrono insieme allo sviluppo della malattia. Classicamente si parla di una malattia multifattoriale, a identificare una patologia cui contribuiscono sia fattori ambientali che genetici. Fattori che singolarmente non hanno un grosso peso ma che combinandosi scatenano la malattia e che non sono ancora del tutto chiari. Oggi, però, grazie al lavoro del team di Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irgb-Cnr) e professore di genetica medica dell’Università di Sassari, ne sappiamo qualcosa di più.

Il farmaco sperimentale sembra ridurre in modo selettivo e transitorio i linfociti B e T, con le conte linfocitarie che ritornano a livelli normali prima della fine del secondo anno di terapia

Darmstadt (GERMANIA) – In occasione del recente Congresso della European Association of Neurology (EAN), tenutosi ad Amsterdam dal 24 al 27 giugno, Merck ha presentato nuovi dati di sicurezza ed efficacia di cladribina compresse per il trattamento della sclerosi multipla (SM) recidivante. I risultati, provenienti dagli studi clinici controllati con placebo CLARITY, CLARITY EXTENSION e ORACLE-MS, supportano il profilo rischio/beneficio del farmaco.

Il Pharmacovigilance Risk Assessment Committee (PRAC) dell’EMA ha deciso di intraprendere un’analisi dei dati di sicurezza di daclizumab, un nuovo farmaco indicato per la terapia della sclerosi multipla (SM) recidivante remittente, a seguito del decesso per epatite fulminante di un paziente trattato col farmaco nel corso di uno studio osservazionale e di quattro casi di pazienti con danni epatici gravi.

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