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Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

Sul Journal of Epatology uno studio del Bambino Gesù condotto su 700 bambini e adolescenti

I bambini con fegato grasso presentano un rischio doppio di prediabete e di diabete rispetto a quelli sani. È quanto emerge da uno studio condotto dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù insieme all'Università di Verona e all'Università di Southampton e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Epatology.

Farmaci

La presentazione del dossier alla FDA per l’utilizzo del farmaco in pazienti pediatrici è prevista per il 4° trimestre 2019

Lo studio registrativo di Fase III finalizzato a valutare dupilumab come trattamento per la dermatite atopica grave nei bambini di età compresa tra 6 e 11 anni ha raggiunto i suoi endpoint primari e secondari. A oggi dupilumab è il primo e unico biologico ad aver dimostrato risultati positivi in questa popolazione di pazienti con dermatite atopica grave.

Professor Rosario Rizzuto

Ricercatori padovani hanno scoperto un canale ionico che permette ai mitocondri di funzionare in modo più efficace

Un team di ricercatori interamente targato Padova ha individuato un nuovo bersaglio molecolare che apre la strada allo sviluppo di farmaci per combattere le malattie cardiovascolari. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature con il titolo "Identification of an ATPsensitive potassium channel in mitochondria", è stato coordinato dal dottor Diego De Stefani e dal professor Rosario Rizzuto, rettore dell’Università di Padova, con la collaborazione dei gruppi di ricerca della professoressa Ildiko Szabò e del professor Fabio Di Lisa.

Dolore pelvico

Molte le criticità ancora aperte, tra cui la mancanza di centri specializzati e di fondi per la ricerca

Sono un gruppo di giovani ragazze che si sono conosciute su Facebook, unite da una sindrome di cui si parla poco, anzi, pochissimo: la vulvodinia, una malattia che colpisce gli organi genitali femminili. Queste donne, appartenenti a diversi gruppi di pazienti nati sui social, hanno cominciato a comunicare online e, dalle discussioni sulla loro condizione, è nata l’idea di scrivere una lettera, attraverso la quale farsi sentire e ricordare alle istituzioni e al mondo che esistono anche loro, con la loro patologia e la loro difficile quotidianità. Oltre al ritardo diagnostico, queste ragazze espongono le maggiori difficoltà che incontrano nella vita quotidiana, in primis il problema dell'accesso a centri specializzati e la totale assenza di fondi per la ricerca. Di seguito, riportiamo integralmente la lettera inviataci in redazione.

Cecilia

“Non c’è un medico che abbia una visione globale della malattia. La responsabilità la sento tutta sulle mie spalle”

Cecilia ha 25 anni ed è una delle ragazze che hanno recentemente deciso di scrivere e firmare una lettera per far conoscere al mondo la malattia con cui convivono: due pagine di testo in cui vengono denunciate tutte le maggiori difficoltà che le pazienti affette da vulvodinia devono affrontare ogni giorno. Sebbene non se ne senta parlare quasi per nulla, la vulvodinia è una patologia che si stima colpisca una donna su sette, circa il 15-16% della popolazione femminile. Si tratta di una sindrome multi-fattoriale fortemente invalidante, che rientra nelle cosiddette allodinie, condizioni essenzialmente caratterizzate dalla comparsa di dolori associati a stimoli normalmente innocui.

Elettrocardiogramma

La patologia colpisce più di 23 milioni di persone al mondo. Ogni anno, in Europa, causa il decesso di quasi 300.000 pazienti

Roma – Merck rinnova il suo impegno nell’area cardiovascolare anche nel nostro Paese. Dal 21 giugno 2019, infatti, Merck è nuovamente titolare in Italia dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale bisoprololo fumarato (Congescor), indicato nel trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica, stabile, con ridotta funzione ventricolare sistolica sinistra. Il farmaco è da somministrarsi in aggiunta ad ACE inibitori e diuretici ed eventualmente glicosidi cardioattivi.

Colonna vertebrale

Nuovi dati europei del sondaggio IMAS dimostrano che le persone che soffrono della malattia subiscono un ritardo nella diagnosi di oltre 7 anni

Basilea (SVIZZERA) – I risultati europei della International Map of Axial Spondyloarthritis (IMAS, Mappa internazionale della spondiloartrite assiale) rivelano che le persone che soffrono di spondiloartrite assiale (axSpA), patologia infiammatoria a lungo termine a carico della colonna vertebrale, con prevalenza analoga a quella dell’artrite reumatoide, devono affrontare una situazione di incertezza e di preoccupazione per il futuro: infatti, il 74% di loro segnala difficoltà nel trovare un lavoro a causa della malattia.

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