
Cristina Raineri racconta la sua esperienza con la neurostimolazione applicata alle malattie neuromuscolari
Nel dicembre scorso, Osservatorio Malattie Rare (OMaR), con il contributo non condizionante di Ottobock, ha organizzato il webinar "I veri supereroi indossano la neurotuta. Neurostimolazione applicata alle malattie rare". Durante l'evento, Cristina Raineri, affetta da distrofia facio-scapolo-omerale, ha condiviso la sua esperienza con la neurotuta Exopulse Mollii Suit e gli effetti che ha avuto sulla sua condizione (clicca qui o sull’immagine dell’articolo per guardare il video).
L'ESPERIENZA DI CRISTINA
Cristina ha raccontato che la distrofia facio-scapolo-omerale comporta una progressiva perdita di forza muscolare, accompagnata da rigidità e affaticamento. "Quando ho provato la neurotuta – ha spiegato – ho sentito subito una sensazione di rilassamento. I muscoli risultavano meno contratti e riuscivo a muovermi con maggiore facilità." Questo miglioramento ha avuto un impatto concreto nella sua quotidianità, rendendo alcune attività meno faticose.
Uno degli aspetti più rilevanti emersi dalla sua esperienza è la riduzione del dolore. "Soffro spesso di tensioni muscolari, soprattutto dopo una giornata impegnativa. La neurotuta – ha condiviso durante la sua testimonianza – mi ha aiutato a sciogliere queste tensioni, dandomi un po' di sollievo." Questo effetto si è rivelato particolarmente utile nelle ore successive all'utilizzo della tuta, migliorando il recupero fisico.
UN SUPPORTO NELLA GESTIONE QUOTIDIANA DELLA MALATTIA
Cristina ha sottolineato come l'uso della neurotuta non rappresenti una cura, ma un aiuto nella gestione della sua patologia. "Non fa miracoli, ma offre un supporto concreto per migliorare la qualità della vita." La possibilità di ridurre la rigidità e il dolore le consente di affrontare con più energia le attività quotidiane, senza accumulare troppa fatica.
Il suo racconto evidenzia il ruolo che dispositivi come la Exopulse Mollii Suit possono avere nell'affiancare le terapie riabilitative per le malattie neuromuscolari. La tecnologia, se integrata correttamente nel percorso terapeutico, può rappresentare un valido strumento per migliorare il benessere generale delle persone con queste patologie.
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