La malattia o demenza di Alzheimer, che prende nome dal neurologo tedesco Alois Alzheimer che ne descrisse i sintomi nel 1907 per la prima volta, colpisce circa il 5% della popolazione sopra i 60 anni e si manifesta inizialmente con una progressiva amnesia, prima sulle piccole cose, fino ad arrivare a non riconoscere nemmeno i familiari e ad avere bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici. L’Alzheimer è uno stato provocato da una alterazione delle funzioni cerebrali, che comporta una serie di difficoltà per il paziente nel condurre le normali attività, in quanto colpisce sia la memoria che le funzioni cognitive, e questi si ripercuote sulla capacità di parlare e di pensare. Inoltre può essere causa di stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale.
Il codice di esenzione della malattia di Alzheimer è 029 (Malattie croniche).

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L’insonnia cronica e i disturbi del sonno potrebbero essere una delle cause dell’Alzheimer, o quantomeno sarebbe un fattore di rischio per lo sviluppo di patologie amiloidi. Lo ha suggerito uno studio di Yo-El Ju, un neurologo della Washington University di St. Louis, pubblicato su Neurology qualche mese fa.
Monitorando le abitudini di 154 adulti sani il team medico ha concluso che la qualità del sonno può fare la differenza.

USA - Per ottenere l'approvazione della regolamentazione per un nuovo farmaco per l'Alzheimer sara' sufficiente dimostrare che rallenta il declino cognitivo: e' questa la proposta avanzata dalla Food and Drug Administration (Fda) per aiutare le aziende che sviluppano nuovi trattamenti per malati di Alzheimer in fase iniziale, prima della comparsa della malattia. Lo segnala l'Aifa dal suo sito, riportando il comunicato FDA.

Washington - Estratti di tè verde e vino rosso possono interrompere un meccanismo cellulare chiave nella progressione del morbo di Alzheimer. La scoperta della University of Leeds è stata pubblicata sulla rivista Journal of Biological Chemistry. I ricercatori hanno identificato il processo che permette agli accumuli dannosi di proteine di formarsi nelle cellule cerebrali, portandole poi alla morte.

Chieti - Dai medici dell’unità operativa di Neurologia dell’Ospedale "San Pio" di Vasto, provincia di Chieti, arriva una novità interessante per la malattia di Alzheimer. La ricerca abruzzese, pubblicata su Clinical Neurophysiology, sostiene infatti che grazie alla spettroscopia infrarossa transcranica (Nirs), sarà possibile diagnosticare con maggiore certezza la fase iniziale della malattia e, di conseguenza, iniziare precocemente la terapia più appropriata.

La Regione Lazio con D.G.R. n.504/2012 si è posta l’obiettivo di realizzare una rete di servizi ed interventi di natura socio-assistenziale integrata dedicati alle persone affette da malattia di Alzheimer. Con la Determinazione Dirigenziale n.B87785 del 12/11/2012 della Direzione Regionale Politiche Sociali e Famiglia dell’Assessore regionale Aldo Forte, sono state approvate le linee guida per la concessione e l’utilizzazione dei contributi per la realizzazione di azioni di sistema in favore dei malati di Alzheimer.

BERLINO - Le alterazioni patologiche tipiche della malattia di Alzheimer sono state significativamente ridotte nei topi dal blocco di un trasmettitore del sistema immunitario. Lo studio, condotto da un team di ricerca tedesco, è stato pubblicato su Nature Medicine.

La malattia è difficile da affrontare, specie una malattia neurodegenerativa come quella di Alzheimer. Soprattutto inizialmente accettare e comprendere una diagnosi di Alzheimer può essere fortemente traumatico per una persona adulta, ancor più per un bambino Donella Comizzoli lo sa bene, ha assistito il padre ed al contempo ha cercato di aiutare suo figlio a comprendere tale patologia senza averne paura.

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