HIV sta per Virus da Immunodeficienza Umana, ed è l’agente eziologico dell’AIDS. Il virus distrugge le cellule del sangue che sono indispensabili per il corretto funzionamento del sistema immunitario, la cui funzione è di difendere l’organismo dalle malattie. AIDS è invece l’acronimo di Sindrome da Immunodeficienza Acquisita e si manifesta quando il sistema immunitario è talmente indebolito dall’HIV che l’individuo è soggetto a un gran numero di malattie o infezioni, denominate “opportunistiche”. I primi casi di malattia furono riportati nel 1981, l’anno successivo vennero stabilite le modalità di trasmissione e nell’85 entrò in commercio il Test HIV per scoprire il virus nel sangue, poi sostituito da uno più rapido nel 1991. Nei primi anni non esistevano terapie, poi, col tempo, le cose sono molto cambiate: le terapie sono nate e si sono evolute, tuttavia non esiste ancora né un vaccino per evitare il contagio né una cura per eliminare del tutto il virus.
Il codice di esenzione dell'infezione da HIV è 020 (Malattie croniche).

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Dal 28 ottobre al 3 novembre con un sms si sostiene la prevenzione al femminile

I casi di HIV oggi in Italia sono in continuo aumento: la prima causa di infezione è il rapporto sessuale non protetto. Si stima che in dieci anni, dal 1998 al 2009, i casi attribuibili a trasmissione sessuale nel nostro Paese siano aumentati dal 13,3 al 79 per cento del totale delle diagnosi di positività all'HIV. In questo contesto, per una serie di fattori biologici, sociali e culturali, a essere maggiormente a rischio sono proprio le donne.

Roma, 9 ottobre 2012 – Finalizzato a comprendere il valore relativamente all’aderenza alla terapia per l’HIV e ai motivi di eventuali ostacoli, il Progetto ‘SimulaTing adheRence’ (STR), ha visto il coinvolgimento di 15 Senatori della Commissione Igiene e Sanità e 75 operatori sanitari, tra infettivologi, infermieri e farmacisti ospedalieri. Partendo da un modello di cura patient centered, condotto da GfK Eurisko, è stato presentato oggi al Senato in una Conferenza stampa promossa dall’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione.

L’idea è sfruttare il suo modo di replicazione e mutamento

STRASBURGO - Secondo il team dell’IBMC (Institut de Biologie et Moléculaire Cellulaire) di Strasburgo il virus dell’HIV può essere trasformato in uno strumento biotecnologico in grado di migliorare i trattamenti antitumorali.
Lo studio, pubblicato su PloS Genetics spiega come è possibile che, sfruttando il meccanismo di replicazione dell’HIV, i ricercatori siano stati in grado di selezionare una specifica proteina mutante che ha migliorato l’efficacia del trattamento antitumorale in maniera significativa.

L’agenzia del farmaco statunitense ha approvato un nuovo farmaco per l’HIV: in una sola compressa la somministrazione giornaliera di emtricitabina, tenofovir, elvitegravir e cobicistat. Il farmaco, sviluppato da Gilead, prenderà il nome di Stribild.
Il farmaco è destinato ai pazienti che non hanno abbiano ancora iniziato il trattamento antiretrovirale, i cosiddetti pazienti naive.

L'annuncio formale del governo al Meeting di Rimini

Como - Un finale ormai scontato, ma non per questo meno grave, quello formalmente annunciato il 24 agosto al Meeting di Rimini da Elisabetta Belloni, direttore della Cooperazione allo Sviluppo del ministero degli Affari Esteri. "Oggi ci troviamo in una crisi tale per cui dobbiamo recedere dal Fondo Globale, in quanto non siamo in grado di assicurare gli impegni finanziari" queste le sue testuali parole.

Il trattamento con l'antibiotico antitubercolare isoniazide sembra in grado di proteggere dall’infezione le persone sieropositive che vivono in zone dove la tubercolosi è molto diffusa, almeno nel breve termine. A suggerirlo sono due studi di due gruppi diversi di ricercatori, appena presentati all’International AIDS Conference, a Washington e riportati dal portale Pharmastar.

Sembra che ora siano in due i pazienti con infezione da HIV ad essere ‘guariti’ in seguito a un trapianto di midollo. Più che di guarigione sarebbe corretto parlare di remissione, visto che i pazienti non assumono antiretrovirali e hanno una viremia non rilevabile.

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