"Si parla di epidemia quando una patologia infettiva di presunta origine virale, batterica o parassitaria, aumenta in modo inatteso in un determinato luogo o tempo. Queste epidemie spesso evolvono rapidamente, quando per esempio si tratta di germi a trasmissione respiratoria come nel caso dell'influenza, e pertanto necessitano di una risposta rapida per cercare di limitarne la diffusione." A dirlo è il prof Fabrizio Pregliasco, del dipartimento di sanità pubblica, microbiologia e virologia dell'Università di Milano, certamente tra i più noti virologi itaiani, che il 3 Luglio scorso ha partecipato all'incontro 'Geografie della salute' organizzato da Fondazione Sigma Tau all'interno di Spoletoscienza.

David Modiano - Professore di Parassitologia, II Facoltà di Medicina e Chirurgia, Sapienza Università di Roma

"La malaria ha rappresentato nel corso della recente storia evolutiva del genoma umano, uno
dei più importanti fattori di selezione. Certamente il più grave tra le malattie infettive. Tuttora, circa un terzo della popolazione mondiale, risiede in aree geografiche a rischio. Ogni anno si registrano circa 500milioni di casi clinici e un milione di decessi, in gran parte in Africa sub-sahariana". A fare il punto su questa malattia è stato il prof David Modiano, intervenuto all'incontro 'Geografie della salute' all'interno di Spoletoscienza, il festival annuale organizzato da Fondazione Sigma Tau.

Il corpo si esprime in un contesto storico e sociale, qui va analizzata la malattia
Di questo si parlerà domani all'incontro 'Geografie della salute' organizzato da Fondazione Sigma Tau

di Antonio Guerci - Professore ordinario di Antropologia, Storia della Medicina, Mediazione culturale all’Università di Genova

“Ogni società umana integra la malattia nella propria visione del mondo, conferendole un senso e un valore. Ciò significa che disegna la mappa geografica della salute e della malattia sulla base del proprio codice culturale e dei propri simboli. Dal punto di vista simbolico, il corpo è una realtà mutevole da cultura a cultura. La sua fisiologia non si esplica esclusivamente nel vergine isolamento biologico ma anche, e forse soprattutto, all’interno di un preciso contesto storico e sociale. Proprio - e solo - all’interno di questi contesti è possibile analizzare la malattia sotto due diversi punti di vista. Il primo avvicina la malattia come zona di interazione, e talvolta di scontro, fra l’istanza biologica e quella culturale; il secondo prende invece in considerazione le diverse modalità locali di una richiesta che si può considerare universale, cioè l’eliminazione della malattia”.
Così il prof. Antonio Guerci, Professore ordinario di Antropologia, Storia della Medicina, Mediazione culturale all’Università di Genova, introduce il tema principale di questa edizione di Spoletoscienza, il festival organizzato annualmente dalla Fondazione Sigma Tau, e quelli che saranno i principali temi di discussione dell’appuntamento di domani 3 luglio.

Di Menotti Calvani, vice direttore della Fondazione Sigma Tau

“Non ci sarebbe stata evoluzione se non ci fossero state le malattie. Non ci sarebbe stata evoluzione se non ci fossero stati i virus con il loro apporto di mutazioni e frammenti di dna”. Così Menotti Calvani, vice direttore della Fondazione Sigma Tau, Medico, specializzato in neurologia, farmacologia clinica oltre che in tossicologia medica, si è laureato in Scienze della nutrizione umana,  introduce alcune delle tematiche che verranno affrontate nel corso del programma di SpoletoScienza, l’appuntamento annuale organizzato dalla fondazione. “È paradossale – dice Menotti Calvani, con all’attivo 280 articoli scientifici su riviste internazionali prevalentemente sui temi del metabolismo, sui mitocondri e sulle patologie degenerative  - che l’Uomo cerchi di dominare i virus quando invece avviene esattamente il contrario: è il virus ad utilizzare l’Uomo. Il virus stesso è un paradosso. Apparentemente, è incapace di fare molte di quelle cose che strutturalmente rappresentano la vita ma ha in sé i meccanismi utili a perpetuare se stesso: riprodurre i propri codici genetici mediante la sua capacità di entrare nelle cellule e indurle a “lavorare per la sua sopravvivenza”"

Lo abbiamo notato ad Osservatorio Malattie Rare in 9 mesi di attività.

Sempre più spesso ci arrivano testimonianze, storie di persone affette da qualche malattia rara, storie a lieto fine e storie ancora piene di dolore. Facendo i conti ad un certo punto il dato è diventato davvero evidente: in 9 mesi di attività possiamo ormai dire che a raccontare se stessi e la propria malattia sono soprattutto le donne. Donne che raccontano il loro male, oppure quello dei figli o dei genitori, donne che parlano della malattia del marito. Gli uomini ogni tanto fanno capolino, non vogliamo dire che non ve ne siano, ma sono ancora una parte minoritaria.

Fondazione Sigma Tau dà inizio ad una nuova emozionante avventura della conoscenza nella cornice del consueto appuntamento annuale ‘SpoletoScienza’, giunto alla 23esima edizione. Il primo convegno pubblico in programma si chiama ‘Geografie della salute’: un appuntamento che vede la partecipazione di importanti personalità del mondo della scienza e che servirà ad affrontare una tematica attualissima, quella legata alle nuove sfide che il ‘movimento odierno dei popoli’ pone alla medicina. Ci dà un’anticipazione delle tematiche che verranno affrontate, a partire dalle ore 10:00 al Chiostro di San Nicolò di Spoleto, il dottor Massimo Picari  direttore generale di Fondazione Sigma-Tau.  “Gli imponenti flussi migratori cui oggi assistiamo – spiega -  impongono al medico di conoscere le modalità con le quali il patrimonio genetico di chi proviene da territori lontani dal nostro, si esprime nel nuovo ambiente. E’ perciò necessario investigare il complesso rapporto fra geni, metabolismi, cibo ed ambiente, imparando a conoscere in che modo questi genotipi esprimono la malattia e l’invecchiamento. Solo così si potrà raccogliere la sfida di una medicina realmente personalizzata che, in ultima analisi, finisce per riguardarci tutti"

Si chiama Biobridge, porterà a relazioni stabili nell’ambito delle scienze della vita

Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, che fa parte di Federchimica, e Pennsylvania Bio, che rappresenta la biondustria della Pennsylvania, hanno annunciato oggi l’avvio di BioBridge, un accordo di collaborazione per promuovere e sviluppare le relazioni e le partnership tra le rispettive imprese attive nel settore delle Scienze della Vita. L’iniziativa è stata formalizzata a Washington, nell’ambito di BIO 2011, la principale manifestazione internazionale del settore, alla quale partecipa una delegazione italiana composta da oltre 50 imprese biotecnologiche.

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