Il mieloma multiplo (MM) è un tumore del midollo osseo, più frequente negli uomini che nelle donne, e si presenta nella larga maggioranza dei casi dopo i 60 anni. La malattia è causata dal danneggiamento del DNA di alcune plasmacellule, cellule immunitarie che hanno la funzione di produrre anticorpi e difenderci dalle infezioni. Le cellule del mieloma sono caratterizzate dalla produzione in eccesso di un anticorpo, noto come paraproteina o Componente M, che viene rilevato nel siero del paziente e facilita la diagnosi. Inoltre, viene prodotta anche una grande quantità di citochine, segnali dell’infiammazione, che possono interferire con la formazione delle altre cellule del sangue o con la sintesi di osteoclasti, le cellule dell’osso, innescando fragilità e fratture ossee tipiche di questa forma tumorale.

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Celgene International Sa'rl, societa' interamente controllata da Celgene Corporation, ha annunciato che nello studio di fase III condotto su pazienti con nuova diagnosi di mieloma multiplo, trattati con Revlimid (lenalidomide) in associazione a desametasone, e' stato raggiunto l'endpoint primario (significativo miglioramento della sopravvivenza libera da progressione di malattia - Pfs).

Primi risultati dello studio di fase III che ne prevede la somministrazione in combinazione con desametasone.

La lenalidomide, un farmaco immunomodulante protagonista di molte sperimentazioni sul mieloma multiplo, sembra essere efficace anche nei pazienti di nuova diagnosi, non sottoposti precedentemente ad altri trattamenti o con malattia recidivante. A confermarlo l’annuncio di Celgene: lo studio di fase III (MM-020/IFM 07-01) relativo al REVLIMID® in associazione a desametasone, un corticosteroide, ha dimostrato miglioramenti statisticamente rilevanti nella sopravvivenza libera da progressione (PSF, progression-free survival), raggiungendo quindi l’obiettivo primario di efficacia stabilito dal protocollo.

Il CHMP, Comitato che valuta i Farmaci per Uso Umano, dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha espresso parere positivo a due variazioni relative all’uso di bortezomib, farmaco impiegato per il trattamento del mieloma multiplo. Il CHMP ha comunicato il proprio parere positivo all’approvazione di bortezomib come terapia di induzione in associazione a desametasone (VD) o a desametasone e talidomide (VDT), in pazienti adulti con mieloma multiplo di nuova diagnosi candidabili a chemioterapia ad alte dosi e a trapianto di cellule staminali.

Comorbilità, capacità mentale e capacità fisica nei soggetti anziani possono pregiudicare l’efficacia delle terapie. La discussione è aperta tra gli specialisti.

TORINO - Un ottantenne in ottime condizioni fisiche può reagire meglio alle terapie antitumorali per il mieloma multiplo, tollerandone gli effetti collaterali, rispetto a un soggetto più giovane che presenta comorbilità tra cui diabete, cardiopatie o insufficienza renale. A confermarlo una metanalisi, appena pubblicata su Haematologica, condotta dall’Unità Mieloma del Dipartimento di Ematologia dell’Università di Torino che ha valutato e confrontato i risultati di quattro studi randomizzati su un totale di 1435 individui colpiti da mieloma multiplo. “Nel paziente anziano sottoposto a terapia oncologica si riscontra almeno il 30% di tossicità acuta legata ai farmaci impiegati. L’esistenza di altre patologie concomitanti può quindi influire sulla sopravvivenza del paziente – spiega Antonio Palumbo, Direttore del dipartimento piemontese – Ma in presenza di comorbilità, ad esempio, cardiache o renali si osserva un’aspettativa di vita minore anche nei pazienti con età inferiore ai 75 anni”.

Chicago - Per i pazienti con mieloma multiplo la miglior terapia potrebbe essere la combinazione di pomalidomide con desametasone a basso dosaggio. Secondo i risultati dello studio di fase III MM-03 presentato al congresso annuale dell’ASCO a Chicago la combinazione dei due farmaci ha aumentato in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione (PFS) e la sopravvivenza globale (OS) rispetto alla monoterapia con desametasone ad alto dosaggio nei pazienti con mieloma multiplo recidivante o refrattario.

Il CHMP ha dato parere positivo dopo che studi di fase III hanno mostrato aumento di sopravvivenza

UE – I risultati positivi degli studi clinici si susseguivano, tra pubblicazioni scientifiche e presentazioni ai congressi, orami da molti mesi: il 31 maggio è arrivato anche il parere positivo degli esperti del CHMP, il Committee for Medicinal Products dell’EMA, che ha raccomandato l’approvazione di pomalidomide, nuovo farmaco di Celgene, per i pazienti con mieloma multiplo.

Da questi indicazioni per le future sperimentazioni

Per i pazienti affetti da mieloma multiplo recidivato o resistente il farmaco pomalidomide (un derivato orale del talidomide) ha dimostrato efficacia e tollerabilità. Non è ancora stato però definito il regime ottimale di trattamento per i pazienti.
Due studi indipendenti pubblicati su Blood indicano nella combinazione di pomalidomide 4 md/die nei giorni 1-21 di un ciclo di 28 giorni, in combinazione o meno con desametasone (40 mg/settimana), uno schema di trattamento con efficacia promettente e tossicità accettabile per i pazienti con MM.

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