Le malattie croniche sono patologie che presentano sintomi costanti nel tempo e per le quali le terapie non sono quasi mai risolutive.
L'incidenza di queste patologie, che possono essere di origini molto diverse, è molto alta. Le malattie croniche rappresentano circa l'80 per cento del carico di malattia dei sistemi sanitari nazionali europei.

Fratture ossee - Immagine esemplificativaI soggetti più a rischio di fratture ossee sono le donne e gli anziani

Martedì scorso ha avuto luogo a Roma, presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Workshop 'La gestione appropriata delle fratture da fragilità', un evento che ha fornito l'occasione per presentare ufficialmente le nuove 'Linee Guida sulla gestione dell’Osteoporosi e delle Fratture da fragilità', redatte da un'apposita Commissione che ha riunito otto diverse Società Scientifiche italiane: SIE, SIGG, SIMFER, SIMG, SIMI, SIOMMMS, SIR e SIOT. Il simposio ha dato modo di discutere delle principali problematiche cliniche ed epidemiologiche connesse alla prevenzione e all'ottimale gestione assistenziale dell'osteoporosi e del rischio di danni ossei associati.

Linee guida sull'osteoporosiIl documento è frutto del lavoro congiunto di otto Società Scientifiche italiane, e nasce allo scopo di porre rimedio a una situazione allarmante: l’80% dei pazienti già fratturati non è curato adeguatamente, ed è a rischio di nuove fratture

Solo 2 persone su 10, tra quelle che soffrono di osteoporosi e hanno già avuto fratture, è curato in modo adeguato: per tutti gli altri è molto alto il rischio che una banale caduta o uno scivolone possa provocare una nuova rottura del femore, di un polso o di una vertebra. I dati OsMed (Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali) recentemente pubblicati dall’AIFA, rivelano un quadro preoccupante: circa l’80% dei pazienti con frattura femorale o vertebrale da fragilità, oppure in trattamento cronico con glucocorticoidi, non ha né una diagnosi corretta, né un adeguato trattamento farmacologico.

Origgio – Novartis, leader globale in oftalmologia, ha annunciato che RTH258 (brolucizumab) 6 mg ha raggiunto l’endpoint primario e secondario in due studi di Fase III, HAWK e HARRIER. Anche brolucizumab 3 mg, valutato nello studio HAWK, ha raggiunto questi endpoint. Questi studi registrativi hanno arruolato oltre 1800 pazienti con degenerazione maculare senile neovascolare (nAMD, neovascular age-related macular degeneration) in 400 centri di tutto il mondo, di cui 11 in Italia.

Madrid – Dolore e senso di fatica sono i due più importanti e invalidanti sintomi riferiti dai pazienti con artrite reumatoide, che possono perdurare nonostante le terapie. In una analisi dello studio RA-BEAM presentata al Congresso dei Reumatologi Europei EULAR, baricitinib, l’innovativa small molecole, inibitore selettivo di JAK 1 e 2 (Janus chinasi) ha mostrato una particolare capacità di controllare e scardinare questi due sintomi, che risultano essere tra i più resistenti ai trattamenti e che influiscono più pesantemente con le attività quotidiane e lavorative.

Il Pharmacovigilance Risk Assessment Committee (PRAC) dell’EMA ha deciso di intraprendere un’analisi dei dati di sicurezza di daclizumab, un nuovo farmaco indicato per la terapia della sclerosi multipla (SM) recidivante remittente, a seguito del decesso per epatite fulminante di un paziente trattato col farmaco nel corso di uno studio osservazionale e di quattro casi di pazienti con danni epatici gravi.

Uno studio italiano esplora la via per un modello di assistenza domiciliare che sia effettivamente in grado di incidere sulla condizione dei pazienti

Uno dei principali temi al centro del recente Congresso scientifico di FISM ha riguardato la qualità di vita delle persone affette da sclerosi multipla (SM), in particolar modo di quelle che sono afflitte da una grave forma della malattia, per la quale non sono ancora disponibili risposte terapeutiche significative. Dati interessanti, in merito alla questione, arrivano da una rigorosa ricerca scientifica italiana, che ha dimostrato come sia possibile migliorare i sintomi dei pazienti gravemente malati grazie a un modello di cure palliative domiciliari articolato e multidisciplinare. A spiegare lo studio 'PeNSAMI' (Home-based palliative care for people with severe multiple sclerosis: Developmental phase of the Palliative Network for Severely Affected Adults with MS in Italy), è stata proprio la sua coordinatrice, la dottoressa Alessandra Solari, della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico C. Besta di Milano.

Siena – Gilead Sciences ha annunciato il raggiungimento dell'endpoint primario in quattro studi di Fase III nel corso dei quali si sta valutando una combinazione a singola compressa contenente bictegravir (50 mg; BIC), un nuovo inibitore sperimentale dell’attività di strand transfer dell’integrasi (INSTI), insieme a emtricitabina/tenofovir alafenamide (200/25 mg; F/TAF), per il trattamento dell’infezione da HIV-1. Si tratta di un nuovo farmaco a base di TAF – il profarmaco di tenofovir (TFV), principio attivo presente in molti trattamenti consolidati per l’HIV, che ne consente l’accumulo all’interno delle cellule (concentrazioni 4 volte più elevate) limitandone la presenza nel flusso sanguigno (90% in meno di farmaco nel sangue), in grado quindi di ridurre la tossicità a livello dei reni e delle ossa nei pazienti con HIV.

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