Cuccioli

È invece possibile il contrario, cioè che il padrone trasmetta la malattia al suo cane o gatto, ma è rarissimo: ad oggi è accaduto solo in cinque casi

“Si può conoscere il cuore d'un uomo già dal modo in cui egli tratta le bestie”, scrisse Immanuel Kant nelle sue Lezioni di etica. Gli animali domestici, in questi difficili mesi di quarantena, ci donano gioia e benessere, ma il dubbio è: anche loro possono ammalarsi di COVID-19 e trasmettere la malattia agli esseri umani? Per ora, in tutto il mondo, sono solo cinque i casi di animali colpiti dal Coronavirus: due cani e un gatto a Hong Kong, un altro gatto in Belgio e per ultima Nadia, una tigre malese che vive in uno zoo del Bronx, a New York.

DPI

L’azienda ha donato 500.000 dollari a tre organizzazioni senza scopo di lucro

Milano – Alexion Pharmaceuticals, società biofarmaceutica globale che si occupa di supportare i pazienti affetti da malattie rare e le loro famiglie, è impegnata nel sostenere le comunità e le strutture sanitarie che stanno fronteggiando l’emergenza causata dalla pandemia di COVID-19 adottando un approccio globale per rispondere alle loro necessità.

Medico

Alcune Regioni hanno autorizzato l’esecuzione degli esami anche nei laboratori privati, altre non si sono sbilanciate. Nel frattempo, cresce la confusione tra i cittadini

All’inizio, in merito all’infezione da SARS-CoV-2, è stato necessario capire quali fossero i metodi idonei per la diagnosi. Tra questi, la discussione sull’affidabilità dei test sierologici ne ha fatto emergere con chiarezza la diversa indicazione d’uso rispetto al tampone per l’analisi molecolare. Ora, per rispondere alla domanda che tutti si stanno facendo, ovvero dove sia possibile eseguire l’esame sierologico, serve mettere in ordine i tasselli del ‘puzzle’ Italia.

Riabilitazione respiratoria

Associazioni e Società Scientifiche di settore hanno formato un gruppo di lavoro per la fase post-emergenza Coronavirus

Da settimane, esperti di riabilitazione respiratoria appartenenti ad Associazioni e Società Scientifiche che rappresentano Pneumologi e Fisioterapisti, hanno prodotto raccomandazioni, protocolli e algoritmi condivisi con la comunità scientifica internazionale. Questi esperti si sono riuniti nei giorni scorsi in un Gruppo di Lavoro e sono espressione di chi opera quotidianamente nel campo delle malattie respiratorie, COVID-19 e post-COVID-19 comprese: si tratta di AIPO-ITS (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri-Italian Thoracic Society), SIP/IRS (Società Italiana di Pneumologia), AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti), ARIR (Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria).

Webinar su COVID-19 e informazione

L’evento, promosso da Rarelab, ha coinvolto autorevoli specialisti del settore medico-scientifico per fare chiarezza su cosa vuol dire una corretta circolazione di notizie durante l’attuale pandemia

Roma – “Il virus SARS-CoV-2 vola nell’aria fino a 5 metri”. “La vitamina D protegge dall’infezione da nuovo coronavirus”. “Bere acqua o bevande calde uccide il virus”. Sono solo alcune delle “bufale” circolate sulla rete e segnalate sul sito del Ministero della Salute. Come evitare di cadere nella trappola delle fake news nel pieno della pandemia di COVID-19? Questo è uno dei tanti interrogativi a cui, oggi, hanno dato risposte autorevoli esperti e specialisti in ambito medico-scientifico in occasione del webinar, del tutto digitale e con accesso gratuito, dal titolo “Emergenza Covid-19: comunicazione e informazione ai tempi del coronavirus tra infodemia e fake news”, promosso da Rarelab, società editrice della testata giornalistica Osservatorio Malattie Rare. L’evento è stato realizzato per fornire una guida utile ad orientarsi nella gestione delle notizie e fare una “buona comunicazione” nel corso dell’emergenza che stiamo vivendo.

Plasma

Dopo il San Matteo di Pavia, anche al Policlinico di Padova è partita una sperimentazione: a parlarne è la dott.ssa De Silvestro, che coordina il progetto

Gli sviluppi della pandemia innescata dal virus SARS-CoV-2 stanno facendo scoccare tutte le frecce all’arco di medici e ricercatori: insieme al ricorso a farmaci come antivirali, antinfiammatori e anticorpi monoclonali, una delle opzioni terapeutiche più caldeggiate è quella che prevede l’utilizzo del plasma dei pazienti guariti, al fine di fornire ai malati gli anticorpi utili a contrastare l’infezione. Tra i primi centri ad avviarsi su questa strada figurano l’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale di Mantova e il Policlinico San Matteo di Pavia, centro, quest’ultimo, presso cui è già partito uno studio clinico per valutare l’efficacia terapeutica delle infusioni del cosiddetto “plasma iperimmune” negli individui colpiti da COVID-19 con gravi difficoltà respiratorie.

Questionario

Il questionario anonimo è già disponibile online

L’associazione ACSI (Amici contro la Sarcoidosi Italia Onlus) partecipa ad un’indagine internazionale per aiutare la ricerca sulla sarcoidosi, proponendo ai pazienti un breve questionario, totalmente anonimo, con l’intenzione di studiare come il COVID-19 si comporta con chi è affetto da questa patologia infiammatoria che colpisce diversi organi, in modo particolare polmoni e ghiandole linfatiche. La malattia è nota da oltre un secolo, ma ancora non se ne conosce la causa esatta.

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