Fine vita: ancora non c’è l’accordo su un testo condiviso in Parlamento

Tra le opzioni il coinvolgimento di un Giudice tutelare, resta fondamentale il passaggio dell'offerta di cure palliative

Il recente suicidio di Florian Willet, amministratore delegato della Sarco e attivista per l’eutanasia, ha riportato sotto i riflettori il dibattito europeo sul fine vita. Willet, 47 anni, si è tolto la vita in Germania pochi mesi dopo essere stato arrestato per aver accompagnato una donna americana nella controversa “capsula per il suicidio”, utilizzata in Svizzera tramite l’associazione The Last Resort. Accuse poi ridimensionate, ma che – secondo quanto riportato da Exit International – lo avevano segnato profondamente. Una vicenda che arriva mentre in Italia il confronto parlamentare resta aperto e complesso. Lo scorso martedì 3 giugno si è infatti riunito il Comitato ristretto istituito al Senato della Repubblica per redigere un testo condiviso sul fine vita. Ne fanno parte Senatori e Senatrici delle Commissioni Giustizia e Affari sociali di Palazzo Madama.Ad oggi, però, il Comitato non ha ancora raggiunto un accordo su un testo unitario, che si auspica possa arrivare la prossima settimana per poi approdare in Commissione, prima dell’esame in Aula previsto per il 17 luglio.

Sul tema si è espresso il Sen. Francesco Zaffini, Presidente della Commissione Sanità del Senato, dichiarando che i primi due articoli del disegno di legge non sono mai stati messi in dubbio.

COSA PREVEDONO LE POCHE MISURE GIÀ DEFINITE

I primi due articoli fissano il “diritto inviolabile e indisponibile” alla vita e ripercorrono i quattro paletti fissati dalla Corte Costituzionale: patologia irreversibile; sofferenza percepita come intollerabile; sostegno da trattamenti vitali e capacità di prendere decisioni autonome. Lo schema del disegno di legge mira infatti a conformarsi al dettato delle sentenze della Corte Costituzionale n.242/2019 e n.135/2024, cercando di sviluppare un testo completo che raccolga le diverse finalità dei vari disegni di legge presentati sul tema.

LE POSSIBILI NOVITÀ DEL DISEGNO IN DISCUSSIONE

Nello schema attualmente in discussione è stato aggiunto il passaggio obbligato per un percorso di cure palliative, che potrebbe aprire la strada all’effettiva possibilità di un accordo. L’obiettivo è rendere disponibili le cure palliative a chi si trova nella condizione di voler intraprendere il percorso di fine vita.

Inoltre, tra le opzioni emerse nel corso della discussione, vi è quella di coinvolgere, caso per caso, un Giudice tutelare, che possa eventualmente autorizzare la somministrazione del trattamento. Il Giudice tutelare è un Magistrato che opera presso ogni tribunale, che sovrintende a tutele e curatele, oltre a esercitare le altre funzioni che la legge gli affida.

UNA LEGGE NAZIONALE ANCORA ATTESA

Tra questioni bioetiche, giuridiche e finanziarie, l’auspicio di arrivare ad avere una legge nazionale che disciplini in maniera uniforme e univoca il ‘fine vita’, sintetizzando i vari disegni di legge in campo e superando la frammentazione attuale, segnata da interventi regionali differenti sul suicidio medicalmente assistito.

 

 

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