Il codice di esenzione della sclerosi multipla è 046 (Malattie croniche).

E’ stato il primo farmaco a struttura cannabinoidica autorizzato nel trattamento degli spasmi muscolari

UK- Alcuni dati  pubblicati nel Drug and Therapeutics Bulletin (DTB)1 e riportati dalla rivista Science Daily dimostrano che non esistono prove sperimentali che giustifichino a pieno l’uso terapeutico del Sativex, farmaco sintetizzato a partire dagli estratti della Cannabis sativa, nella terapia della Sclerosi Multipla (MS).

Le malattie demielinizzanti, come la Sclerosi Multipla, sono spesso associate alla perdita progressiva della vista. Il danno ai nervi della retina si pensa essere causato da una infiammazione mediata dal sistema immunitario. Tuttavia, altre malattie demielinizzanti, come il morbo di Pelizaeus-Merzbacher (Pmd), non coinvolgono il sistema immunitario, il che suggerisce che ci sono altre cause di danni ai nervi della retina.

E’ costituita da metaboliti naturali del corpo e l’FDA l’ha già approvata

Una ricerca condotta da un team di statunitensi e australiani avrebbe individuato una nanoparticella biodegradabile in grado di indurre il sistema immunitario a non attaccare più la mielina e fermare quindi il processo che è alla base della sclerosi multipla. Grazie a una tecnica innovativa la particella può trasportare un antigene che “ordina” al sistema immunitario di bloccare la reazione autoimmune.

In palio 1 milione di Euro per la ricerca innovativa nella Sclerosi Multipla

Ginevra, Svizzera – Merck Serono, una divisione di Merck (Darmstadt, Germania), in occasione del Congresso ECTRIMS (European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis) che si è tenuto a Lione (Francia) dal 10 al 13 ottobre, ha annunciato il lancio di un nuovo award per la ricerca a livello mondiale, con l’obiettivo di migliorare le conoscenze sulla sclerosi multipla in un’ottica volta al massimo beneficio per i pazienti.

Il farmaco di Genzyme, sviluppato in accordo con Bayer, sembra ridurre di più i tassi di recidiva e l’accumulo della disabilità

Per chi è affetto da Sclerosi Multipla recidivante remittente la paura costante è sempre quella di un nuovo ‘attacco’ che porti effetti irreversibili, con nuove disabilità che si cumulano le une alle altre. Per questo oggi, oltre a cercare terapie definitive, si studiano farmaci che siano in grado di ridurre il numero e la gravità delle recidive e che siano sempre più tollerabili. I farmaci già approvati sono diversi e altrettanti sono quelli in studio, uno di questi è alemtuzumab, un anticorpo monoclonale di Genzyme, società del Gruppo Sanofi. Proprio ieri, riguardo a questo farmaco, sono usciti sul Lancet on line i risultati di due studi randomizzati di fase III – chiamati CARE-MS I e CARE-MS II (Comparison of Alemtuzumab and Rebif® Efficacy in Multiple Sclerosis) – che comparano gli effetti di questo farmaco sperimentale con quelli di un farmaco usato come trattamento standard, il Rebif di Merk Serono. Stando ai risultati dei due studi alemtuzumab sembra essere significativamente superiore al Rebif sia in termini di riduzione delle recidive e di rallentamento dell’accumulo di nuove disabilità.

Lione - In occasione del 28° Congresso del Comitato Europeo per la Ricerca e il Trattamento della Sclerosi Multipla (ECTRIMS) che è svolto a Lione dal 10 al 13 ottobre, sono stati  presentati i risultati di 11 studi relativi a natalizumab (co-sponsorizzati da Biogen Idec ed Elan Corporation), inclusi 10 poster e una presentazione orale. I dati  presentati all'ECTRIMS rafforzano ulteriormente l’evidenza dell’efficacia di natalizumab nel ridurre il tasso annuale di recidive (ARR), in particolare in pazienti trattati con natalizumab nelle fasi precoci della malattia, come anche i suoi effetti sulla libertà dall’attività di malattia e la capacità di apportare ulteriori benefici alla qualità della vita correlata alla salute dei pazienti.

California - Bassi livelli ematici di vitamina D sarebbero associati ad un aumento del numero di lesioni cerebrali e un aggravamento della sclerosi multipla (SM). E’ uno studio statunitense pubblicato su Annals of neurology a suggerire un potenziale legame tra l’assunzione di vitamina D e l’aggravarsi della malattia.

Seguici sui Social

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti alla Newsletter per ricevere Informazioni, News e Appuntamenti di Osservatorio Malattie Rare.

Sportello Legale OMaR

Tumori pediatrici: dove curarli

Tutti i diritti dei talassemici

Le nostre pubblicazioni

Malattie rare e sibling

30 giorni sanità

Speciale Testo Unico Malattie Rare

Guida alle esenzioni per le malattie rare

Partner Scientifici

Media Partner


Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni