Novartis ha annunciato che la Commissione Europea (CE) ha approvato Secukinumab come trattamento sistemico di prima linea della psoriasi a placche da moderata a severa negli adulti candidati alla terapia sistemica. Secukinumab (a un dosaggio di 300 mg) è il primo inibitore di interleuchina 17A (IL-17A) a essere approvato in Europa come terapia di prima linea e questa approvazione rappresenta una svolta decisiva nel trattamento della psoriasi, poiché fornisce ai pazienti una nuova opzione terapeutica. Attualmente in Europa tutti i farmaci biologici per la psoriasi, ivi incluse le terapie anti-fattore di necrosi tumorale (anti-TNF) e Ustekinumab, sono raccomandati come terapia sistemica di seconda linea.

Recentemente sono stati pubblicati, sulla rivista specializzata Gastroenterology, dati raccolti da una revisione sistematica della letteratura i quali dimostrerebbero che la profilassi postoperatoria realizzata con farmaci anti fattore di necrosi antitumorale alfa (anti-TNF) in monoterapia sia l'opzione più efficace contro il rischio di recidiva clinica ed endoscopica della malattia di Crohn (CD).
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Uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Copenhagen, recentemente pubblicato su Arthritis & Rheumatology, mostra che le donne con artrite reumatoide o che presentano la malattia in fase preclinica hanno un rischio superiore di avere bambini prematuri o sottopeso (rispetto alla norma).

La ricerca ha preso in considerazione i dati dei registri nazionali tra il 1977 e il 2008. Su 1.917.723 bambini nati, 2.101 erano nati da madri con artrite reumatoide e 11.455 da donne che presentavano la patologia in fase preclinica.

Presentato il XIII Rapporto sulle politiche della cronicità di Cittadinanzattiva

Inefficienze e disservizi sanitari ormai sotto gli occhi di tutti e, nello stesso tempo, costi sempre più alti per i pazienti. I cittadini lamentano ritardi nella diagnosi, difficoltà ad accedere ad alcuni esami a causa del ticket, riduzione dei servizi soprattutto a livello ospedaliero e ambulatoriale. Pesano inoltre i problemi legati alla conciliazione della malattia con il lavoro, sia per il paziente che per la famiglia che l’assiste.

È questo il quadro che emerge dal XIII Rapporto sulle politiche della cronicità, dal titolo “Servizio sanitario: PUBBLICO ACCESSO?” presentato oggi a Roma dal Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici (CnAMC) di Cittadinanzattiva.

In una ipotetica scala, al primo posto per i pazienti con patologie croniche e rare, si collocano tre desideri: dirigenti sanitari nominati per merito e non per scelte esclusivamente politiche; poter accedere a esami e visite in tempi adeguati; non essere costretti a girare dieci uffici per avere una risposta e poter prenotare gli esami in maniera semplice e standardizzata.

Durante un incontro con la stampa svoltosi a Milano, è stato presentato alogliptin - un nuovo farmaco rivolto al trattamento del diabete i tipo 2, inibitore della dipeptidil-peptidasi (DPP-4) – disponibile da oggi anche nel nostro Paese, da solo o in combinazione a dosaggio fisso con metformina o pioglitazone. Alogliptin è il primo ed unico farmaco della classe dei DPP-4 inibitori per il quale è stata documentata la sicurezza cardiovascolare (CV) in pazienti con diabete di tipo 2 con sindrome coronarica acuta (SCA) recente, assicura un controllo glicemico costante e, grazie alle tre diverse formulazioni e ai diversi dosaggi disponibili, permette la personalizzazione del trattamento.

Secondo i risultati di uno studio prospettico, resi noti durante il congresso Chest 2014, gli individui affetti da Broncopneumopatia Cronica ostruttiva (Bpco) trattati con un sistema di ventilazione non invasivo (Niov) mostrano un miglioramento di oltre il 50% nel punteggio relativo alla valutazione della patologia. Nello specifico, il punteggio medio relativo alla valutazione della dispnea, mediante il modified British Medical Research Council (mMrc), diminuiva del 58% mentre il test di valutazione della Bpco (Cat = Copd Assessment Test) diminuiva del 54%.

Secondo il recente annuncio dato da Amgen e AstraZeneca, il farmaco Brodalumab a cui collaborano si è dimostrato superiore a ustekinumab e al placebo, raggiungendo l’endpoint primario in uno studio di fase III in pazienti con psoriasi a placche da moderata a severa. Brodalumab è un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio il recettore dell'interleuchina 17 (IL-17). Grazie a questo legame viene inibita la trasmissione del segnale infiammatorio attraverso il pathway dell’IL-17 bloccando il legame di diversi ligandi dell’IL-17 al recettore.

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