Il codice di esenzione dell'epatite C è 016 (Malattie croniche – Epatite cronica attiva).

In Italia è emergenza epatite:  necessari dati epidemiologici, un  programma di prevenzione, screening e vaccinazioni e l’accesso diffuso alle cure, per affrontare una patologia importante, ma prevenibile

Roma - Dati precisi sull’epidemiologia, un accesso diffuso alle cure su tutto il territorio nazionale e soprattutto lo stanziamento di fondi ad hoc: sono questi i cardini principali del il Piano Nazionale per la Lotta alle Epatiti Virali (PNLEV). Se ne è  parlato la settimana scorsa a Roma  all’incontro “Epatiti virali. Screening e accesso alle cure. Un Piano nazionale per sconfiggere la malattia”, promosso da ACE (Alleanza Contro l’Epatite) per fare il punto sullo stato dell’arte del Piano in un contesto di cambiamenti politici ed istituzionali, di fronte a tutti gli attori chiave del Sistema Sanitario Nazionale.

Gilead Sciences, Inc. ha annunciato che la domanda di autorizzazione alla commercializzazione presentata per sofosbuvir, un analogo nucleotidico a somministrazione orale monogiornaliera per il trattamento dell'infezione cronica da virus dell'epatite C (HCV), presentata all'Agenzia europea per i medicinali (European Medicines Agency, EMA) in data 17 aprile 2013, è stata accettata ed è attualmente sottoposta ad esame.

Lo sostiene un nuovo studio, pubblicato su Journal of Clinical Oncology: i pazienti affetti da Epatite C che usano statine sono meno a rischio di sviluppare il carcinoma epatocellulare (HCC). Lo studio è stato condotto dalla National Taiwan University di Taipei e ha coinvolto più di 260 mila pazienti in 10 anni.
L’epatite C (infezione da HCV), comporta un aumento del rischio di sviluppare il carcinoma superiore alla media di almeno 15 volte; le statine sono state più volte testate per i presunti effetti protettivi contro il cancro, ma mai su pazienti con epatite c.

La sperimentazione internazionale di sofosbuvir, l'inibitore nucleotidico NS5B in mono-somministrazione quotidiana per il trattamento dell'infezione cronica da virus dell'epatite C (HCV), è stata condotta in Italia dalla dottoressa Alessandra Mangia, responsabile dell’Unità di Epatologia dell'unità Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (FG).

I risultati pubblicati sul New England Journal of Medicine e presentati al Meeting Annuale EASL

Amsterdam – Gilead Sciences ha annunciato oggi che i risultati dettagliati degli studi clinici di Fase 3 (NEUTRINO, FISSION, POSITRON e FUSION) tesi a valutare sofosbuvir, l'inibitore nucleotidico NS5B prodotto dall’azienda e oggetto dello studio, in mono-somministrazione quotidiana per il trattamento dell'infezione cronica da virus dell'epatite C (HCV), saranno presentati questa settimana nel corso di sessioni orali al 48° meeting annuale dell'European Association for the Study of the Liver (International Liver Congress 2013) ad Amsterdam, Paesi Bassi. Inoltre, i risultati dettagliati dei quattro studi clinici sono stati anche pubblicati in due articoli online, prima della stampa, su The New England Journal of Medicine (NEJM).

Basilea - Il farmaco Pegasys (peginterferone alfa-2a) dell'azienda svizzera Roche potra' essere usato anche nei bambini dai cinque anni in su malati di epatite C. Lo ha deciso l'European Medicines Agency (Ema), che ha approvato l'espansione dell'uso del trattamento, che e' gia' il piu' comune negli adulti.

La società intende depositare le domande preliminari presso gli enti normativi competenti nel secondo trimestre del 2013

Gilead Sciences  ha comunicato in data odierna i risultati salienti emersi dallo studio di Fase III 3 FUSION inteso a valutare l'efficacia dei regimi terapeutici della durata di 12 e 16 settimane a base del nucleotide a somministrazione monogiornaliera sofosbuvir in combinazione con ribavirina (RBV) in pazienti con infezione cronica da virus dell'epatite C (HCV) di genotipo 2 o 3 precedentemente trattati senza successo.

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