Ricerca

Diversi studi stanno indagando i fattori di rischio e sul fronte terapeutico si stanno sperimentando nuovi farmaci: lo spiega il prof. Pietro Invernizzi (Monza)

Non solo raro ma, per molti anni, anche trascurato. È questa la storia del colangiocarcinoma, un tumore che si manifesta sia a partire dalle vie biliari extraepatiche che dai duttuli periferici intraparenchimali e che, in troppi casi, ha una prognosi estremamente sfavorevole. In parte anche a causa della sua relativamente bassa diffusione, oggi si sa poco o nulla delle cause che lo scatenano e, purtroppo, di come riuscire a trattarlo. Tuttavia, le cose stanno fortunatamente cambiando e grazie alla ricerca, da qui ai prossimi anni le possibilità di diagnosticare tempestivamente e trattare in maniera adeguata questo tumore sono destinate ad aumentare. Lo spiega Pietro Invernizzi, professore dell’Università di Milano Bicocca e direttore dell’Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia e del Centro per le Malattie Autoimmuni del Fegato (MAF) presso l’Ospedale “San Gerardo” di Monza.

Professor Pietro Invernizzi

Il prof. Pietro Invernizzi: “I nostri dati preclinici fanno ben sperare che successivi studi nei pazienti potranno dimostrare l'efficacia di questa molecola”

Monza – Si apre uno spiraglio di speranza per un tumore raro ed estremamente aggressivo: il colangiocarcinoma intraepatico. I dati preclinici appena pubblicati da un gruppo di ricercatori italiani, spagnoli e statunitensi rafforzano infatti l'idea che una nuova molecola – il derazantinib – possa diventare una terapia efficace per questo tumore.

Fegato

La tematica è stata al centro dell’incontro “Colangiocarcinoma: da tumore raro a patologia trattabile”, tenutosi pochi giorni fa a Milano

Si chiamano tumori delle vie biliari e sono un gruppo di neoplasie del fegato che hanno in realtà origine a partire dai dotti biliari, i canali che trasportano la bile dal fegato all’intestino. Si distinguono in base alla loro sede d’insorgenza in colangiocarcinomi intraepatici, se si sviluppano all’interno del fegato; colangiocarcinomi perilari, all’ingresso dei dotti biliari nel fegato ed extraepatici se nascono dalle vie biliari extraepatiche. In totale sono circa 5.000 gli italiani che ogni anno ricevono una diagnosi di carcinoma delle vie biliari. In particolare il colangiorcarcinoma intraepatico (CCI) è il secondo tumore del fegato più frequente.

Sangue

La nascita del network vuole rispondere in modo più incisivo ai bisogni delle persone con tumori del sangue

A Roma inizia il suo percorso “F.A.V.O. Neoplasie Ematologiche”, il primo network nazionale che riunisce le associazioni di pazienti con tumori del sangue: una nuova ed importante realtà associativa che vuole rispondere ai bisogni delle persone che hanno ricevuto e riceveranno una diagnosi di neoplasia ematologica. “Si tratta di un network finalizzato a costituire una voce unica e più forte nel dialogo con le istituzioni”, spiega Davide Petruzzelli, Coordinatore FAVO Neoplasie Ematologiche e Presidente di La Lampada di Aladino Onlus. “Gli obiettivi sono molteplici, perché complessa è la realtà delle malattie oncologiche viste dagli occhi del paziente, e tanti ancora gli unmet needs delle persone affette da neoplasie ematologiche e dei loro familiari o caregivers”.

Approvazione

Il farmaco offre una nuova opzione in monoterapia per le donne con mutazione BRCA1/2 o con BRCA wild-type

L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato in questi giorni il rimborso del farmaco rucaparib, che sarà presto disponibile in Italia come opzione in monoterapia per il trattamento di mantenimento di donne adulte con recidiva platino sensibile di carcinoma ovarico epiteliale ad alto grado, delle tube di Falloppio o peritoneale primario, in risposta dopo chemioterapia a base di platino. Rucaparib è indicato per pazienti idonee indipendentemente dallo status di BRCA, ciò significa che può essere prescritto per donne con mutazione BRCA o con BRCA wild-type.

Approvazione

Le due molecole in associazione hanno dimostrato un significativo beneficio nella sopravvivenza libera da progressione

Darmastadt (GERMANIA) e New York (USA) – La Commissione Europea (CE) ha approvato l’impiego di avelumab più axitinib nel trattamento di prima linea dei pazienti adulti con carcinoma renale avanzato (RCC, Renal Cell Carcinoma). L'autorizzazione si basa sui risultati positivi di un’analisi ad interim dello studio di Fase III JAVELIN Renal 101, che ha coinvolto pazienti con RCC appartenenti a tutti i gruppi di rischio prognostico dell’International Metastatic Renal Cell Carcinoma Database Consortium (IMDC).

Farmaci

Il farmaco è stato valutato con procedura accelerata e ha ricevuto lo status orfano dall’Agenzia Europea per i Medicinali

Milano – La Commissione Europea (CE) ha approvato la terapia orale gilteritinib in monoterapia giornaliera per il trattamento di pazienti adulti con leucemia mieloide acuta (LAM) recidivante o refrattaria (resistente al trattamento) con mutazione in FLT3 (FLT3mut +). Gilteritinib ha il potenziale per migliorare gli outcomes di trattamento per i pazienti con LAM con due delle più comuni forme di mutazione: FLT3 internal tandem (ITD) e FLT3 tirosin chinasi (TKD).

Seguici sui Social

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti alla Newsletter per ricevere Informazioni, News e Appuntamenti di Osservatorio Malattie Rare.

Sportello Legale OMaR

Tumori pediatrici: dove curarli

Tutti i diritti dei talassemici

Le nostre pubblicazioni

Malattie rare e sibling

30 giorni sanità

Speciale Testo Unico Malattie Rare

Guida alle esenzioni per le malattie rare

Partner Scientifici

Media Partner


Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni