USA - Orbus Therapeutics ha annunciato che il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha concesso la designazione di farmaco orfano a eflornitina, un nuovo agente citostatico sviluppato per il trattamento dell'astrocitoma anaplastico (AA), una rara forma di cancro cerebrale che appartiene alla categoria dei gliomi anaplastici (AG). La società prevede di avviare al più presto uno studio clinico di Fase III con l'obiettivo di valutare la sicurezza e l'efficacia di eflornitina in pazienti con AA recidivante.

Roma – Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, conferma il suo impegno nell’individuazione delle migliori strategie di cura dei pazienti con tumori della testa e del collo. Per il secondo anno consecutivo l’Azienda rinnova infatti il proprio contributo incondizionato al Premio dell’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM), da assegnare al progetto più meritevole finalizzato a migliorare la strategia di cura dei pazienti con tumori maligni del distretto testa-collo. Il progetto dovrà prevedere lo sviluppo di criteri per la scelta terapeutica nei pazienti affetti da malattia localmente avanzata e, in particolare, in quelli candidabili a trattamento  con chemio-radioterapia standard o con farmaci biologici in associazione con la radioterapia.

In numerose forme di tumore o d'infezione cronica, le cellule immunitarie note come linfociti T non sono in grado di contrastare efficacemente lo sviluppo della malattia. Gli scienziati statunitensi del Sanford Burnham Prebys Medical Discovery Institute (SBP) hanno scoperto come una specifica proteina, denominata PSGL-1, svolga un ruolo cruciale nel modulare l'attività difensiva di queste cellule. I risultati della ricerca, da poco pubblicati sulla rivista Immunity, potrebbero aprire la strada allo sviluppo di approcci terapeutici in grado di stimolare le difese immunitarie contro diversi tipi di malattie che ancora non dispongono di farmaci realmente validi.

Nel 2008 è iniziato un progetto europeo che ha portato alla redazione di un importante documento, lo 'European Standards of Care for Children with Cancer', un atto stilato allo scopo di stabilire in maniera ufficiale gli standard minimi di assistenza che dovrebbero essere attuati da tutte le Nazioni del Vecchio Continente per i pazienti pediatrici affetti da tumore. La rivista European Journal of Cancer (EJC) ha pubblicato i risultati di un sondaggio recentemente condotto per valutare l'effettiva applicazione di queste linee guida da parte dei Paesi dell'Unione Europea (UE).

Roma – Le tecniche di sequenziamento del DNA hanno aumentato esponenzialmente la conoscenza dei difetti genetici coinvolti nell’insorgenza di alcuni tipi di cancro. Se nella popolazione generale il rischio di sviluppare un cancro al seno interessa 1 donna su 8 e 1 su 50 per il tumore ovarico, quando sono presenti delle mutazioni genetiche familiari i numeri cambiano completamente e drammaticamente. Per quelle che presentano una predisposizione familiare il rischio aumenta dal 15 al 40% che schizza al 50-87% per i portatori dei geni BRCA1 e BRCA2. Più precisamente il presenza di una mutazione di questi geni il rischio di sviluppare il cancro è del 60-80% a carico del seno e del 20-40% a carico dell’ovaio.

Secondo quanto emerso dai nuovi dati presentati recentemente all'American Society of Clinical Oncology, alcuni pazienti con carcinoma tiroideo differenziato sopravviverebbero fino a quattro anni dopo l'inizio della terapia con lenvatinib. Un miglioramento dell'efficacia con lenvatinib è stato osservato anche nei tumori renali.
Lenvatinib è indicato per il trattamento di pazienti adulti affetti da carcinoma tiroideo differenziato (DTC) (papillare, follicolare, a cellule di Hürthle) e refrattario allo iodio radioattivo (RAI), progressivo, metastatico.

Secondo i dati principali dello studio di fase III GALLIUM i cui risultati sono appena stati resi noti da Roche, la combinazione di obinutuzumab con la chemioterapia per la terapia di prima linea di pazienti affetti da linfoma follicolare ha ridotto il rischio di progressione della malattia in misura superiore rispetto a rituximab più chemioterapia. In Europa, ogni anno, circa 19mila persone ricevono una diagnosi di linfoma follicolare, il tipo più comune di linfoma non-Hodgkin indolenti (a crescita lenta). Il linfoma follicolare è considerato incurabile, e la maggior parte delle persone che ne sono colpite recidiva ripetutamente.

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