GIAPPONE – La società farmaceutica Eisai ha annunciato che l'agente antitumorale Halaven® (eribulina mesilato) è stato raccomandato dal Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) per il trattamento di pazienti adulti con liposarcoma avanzato o metastatico che non siano operabili e che abbiano ricevuto una terapia di prima linea con antracicline. In Europa, Halaven è già approvato come terapia per il carcinoma mammario.

Scarlett ha tre anni quando le viene diagnosticato il Sarcoma di Ewing, un tumore osseo maligno, che solitamente esordisce tra i 5 e i 30 anni e la cui incidenza annuale è stimata in 1/312.500 bambini prima dei 15 anni. Per salvarla, nonostante la chemioterapia, i medici le hanno dovuto amputare una gamba.
La sua storia, è stata raccontata dalla fondazione ‘Scarlett contra el cancer’ fondata dai genitori della piccola, e il messaggio di lotta contro la malattia è diventato un cortometraggio di successo realizzato da ‘The Studio NYC’.


Il trattamento con blinatumomab, capostipite della classe degli anticorpi bispecifici (i cosiddetti BiTE), ha portato a ottenere una percentuale di risposta del 69% in un gruppo di pazienti con linfoma non-Hodgkin, in uno studio multicentrico tedesco di fase I pubblicato di recente sul Journal of Clinical Oncology.
Lo studio, in aperto e di dose-escalation, ha coinvolto 76 pazienti pesantemente pretrattati con linfoma non-Hodgkin recidivato/refrattario arruolati tra il 2004 e il 2011 presso 9 centri tedeschi di cui 14 con linfoma diffuso a grandi cellule B, 28 con linfoma follicolare, 24 con linfoma mantellare e 10 con altri sottotipi di linfoma non-Hodgkin.

È davvero arduo poter riscontrare aspetti positivi in un tumore e, soprattutto, in un tumore poco diffuso e quasi sconosciuto. Tuttavia, esistono due forme tumorali molto rare ma che costituiscono modelli distinti di interazione tra il sistema immunitario e le cellule neoplastiche di estremo valore per coloro che ricercano le cause d’origine e le possibili soluzioni in grado di produrre una cura per tali patologie: si tratta del carcinoma epatocellulare simil-linfoepitelioma (LEL-HCC) e del colangiocarcinoma simil-linfoepitelioma (LEL-ICC).

L'approfondimento della dr.ssa Cristiana Bergamini, dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano

MILANO – I tumori maligni del distretto cervicofacciale sono neoplasie rare in quanto interessano solo il 5% di tutti i tumori; in Italia, in particolare, si stimano annualmente oltre 10.000 nuove diagnosi e circa 4.500 decessi. Infatti, seppur a bassa incidenza (16 casi su 100.000 abitanti), la malattia esige un’adeguata pianificazione diagnostica, terapeutica e assistenziale, in quanto le problematiche cliniche causate da tale neoplasia minano pesantemente un distretto grazie al quale non solo vengono garantite funzioni vitali (quali la respirazione e l’alimentazione), ma attraverso cui vengono anche assicurate funzioni (quali la fonazione, la masticazione e la deglutizione) molto importanti sul piano relazionale. Ne abbiamo parlato con la dr.ssa Cristiana Bergamini, medico della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, nella Struttura Complessa “Oncologia Medica 3 – Tumori Testa e Collo”, diretta dalla dott.ssa Lisa Licitra.

MILANO – I tumori testa e collo sono neoplasie rare ma insidiose: abbiamo approfondito questo tema con la dr.ssa Cristiana Bergamini, medico della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, nella Struttura Complessa “Oncologia Medica 3 – Tumori Testa e Collo”, diretta dalla dott.ssa Lisa Licitra.
“Gli esiti clinici strumentali permettono di definire lo stadio del tumore”, spiega la dottoressa. “Formulato sulla scorta delle sue dimensioni e sul grado di interessamento dei tessuti circostanti, lo stadio, unitamente alla diagnosi istologica ottenuta mediante la biopsia, permette di giungere ad una corretta pianificazione terapeutica”.

PERUGIA – Un progetto finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca sta conducendo uno studio innovativo su una rara forma di leucemia, dimostrando l'efficacia sui pazienti di trattamenti non basati sulla chemioterapia, che colpiscono la sua causa genetica. Il progetto “Leucemia a cellule capellute”, lanciato dall'Istituto di Ematologia dell'Università di Perugia, è una delle più importanti iniziative a livello mondiale per lo sviluppo di una terapia mirata per questa rara forma di tumore del sangue.

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