Da poco è on line un nuovo portale pubblico chiamato Lilly Oncologia che è nato con lo scopo di essere una guida facilmente accessibile ed una fonte sicura di notizie per i pazienti affetti da cancro, i quali devono affrontare i diversi passaggi del percorso terapeutico della malattia: dalla diagnosi al trattamento, fino alla gestione quotidiana della patologia.
Tra i servizi offerti dal portale, c’è una sezione dedicata alla corretta alimentazione: come gestire la perdita di peso e come favorire la ripresa dell’appetito.

L’incontro oggi, venerdì 17 ottobre, dalle 9,30 presso la sala conferenze Paul Harris dell’Ospedale del Valdarno

Al via la “Giornata sui tumori infantili, percorso lungo e difficile: facciamolo insieme” in programma per oggi, venerdì 17 ottobre, dalle 9,30 alle 12,30 presso la sala conferenze Paul Harris dell’Ospedale del Valdarno. L’iniziativa che ha, tra gli organizzatori il Dipartimento Materno-Infantile dell’AUSL 8 di Arezzo,  l’AOU Meyer  e Calcit Valdarno con il patrocinio del Comune di Montevarchi, il Liceo Varchi, gli Amici del Varchi e l’Istituto Magiotti, ha come obiettivo quello di potenziare la collaborazione fra i vari specialisti e tutte le figure sanitarie che ruotano attorno al bambino e l’adolescente, identificando insieme i problemi più urgenti.

Il 29 settembre 2014 Seattle Genetics, Inc. e Takeda Pharmaceutical Company Limited hanno annunciato che i pazienti con linfoma di Hodgkin (HL) che hanno assunto ADCETRIS (brentuximab vedotin) come terapia di consolidamento subito dopo un trapianto autologo di cellule staminali (ASCT) sono sopravvissuti in assenza di progressione di malattia, significativamente più a lungo rispetto ai pazienti che hanno assunto placebo. Lo studio clinico di fase 3, conosciuto col nome di AETHERA, ha messo a confronto l’uso del singolo agente brentuximab vedotin e placebo su 329 pazienti con HL a rischio recidiva.

Nasce al Gemelli l’Associazione Oncologia Oculare onlus

I tumori oculari, patologie fortunatamente rare ma con alta incidenza di metastasi, sono in aumento. In particolare le più frequenti e temute neoplasie degli occhi sono il melanoma uveale e le neoplasie della congiuntiva. A causarne l’aumento contribuiscono fattori ambientali anche se ancora non definiti. Sono però disponibili terapie integrate che prevedono chirurgia, brachiterapia e farmaci biologici che permettono il controllo di queste patologie. Decisiva è la diagnosi precoce e l’individuazione di pochi centri italiani in grado di affrontare con le competenze adeguate queste gravi patologie.

Secondo i risultati di uno studio multicentrico e randomizzato di fase II, pubblicati sulla rivista specializzata Neuro-Oncology, il farmaco Sunitinib (inibitore della crescita tumorale) potrebbe essere il primo trattamento efficace nei confronti del meningioma maligno o atipico ricorrente.
Nonostante i risultati positivi ottenuti, però, la tossicità di questo trattamento si è rivelata "probabilmente superiore a quella attesa", affermano i ricercatori.

Nel consiglio anche un italiano, il Prof. Marco Krengli, ora impegnato in uno studio su un raro tumore vascolare extracranico

Il Rare Cancer Network è stato fondato più di vent’anni fa dai professori René-Olivier Mirimanoff e Mahumut Ozsahin, del Centre Hospitalier Universitaire Vaudois (CHUV) di Losanna. Ad oggi, ha avviato 74 studi retrospettivi con conseguenti 46 pubblicazioni peer-review, e riunisce i maggiori esperti al mondo di neoplasie rare e radioterapia oncologica: 130 medici di 23 diverse nazioni, fra cui cinque italiani. Fra i membri del consiglio, invece, l’unico italiano è il Prof. Marco Krengli, direttore della struttura di Radioterapia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria “Maggiore della Carità” di Novara e docente presso l’Università del Piemonte Orientale.

I ricercatori del Memorial Sloan Kettering di New York hanno scoperto una mutazione genetica che potrebbe spiegare perché un sottogruppo di pazienti con rabdomiosarcoma - un tumore raro che colpisce soprattutto bambini e giovani adulti - presenti una forma particolarmente aggressiva della malattia che risponde male ai trattamenti standard, come la chemioterapia. I risultati, riportati recentemente dalla rivista Nature Genetics, potrebbero essere utili per lo sviluppo di nuovi trattamenti.

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