Il tumore al colon-retto è il terzo tipo di neoplasia più diffusa in Italia, con circa 35 mila nuovi casi l’anno. La malattia è abbastanza rara prima dei 40 anni e si manifesta più frequentemente dopo i 60 anni. In genere si sviluppa a partire da polipi, ovvero delle piccole escrescenze sulla mucosa intestinale che si formano a causa di una proliferazione cellulare anomala. In molti casi i polipi sono benigni, soprattutto se di piccole dimensioni, e la probabilità che si trasformino in tumore è piuttosto bassa (inferiore al 10%). La trasformazione in senso maligno di un polipo, invece, porta alla proliferazione tumorale della mucosa intestinale e alla possibile diffusione del tumore anche verso il fegato, l’organo più strettamente collegato al distretto colorettale.

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I farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) diversi dall’aspirina riducono il rischio di sviluppare cancro del colon-retto in misura similare all'aspirina. Nell’articolo pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine, i ricercatori dell’Università della North Carolina sottolineano, che entrambi i tipi di farmaci devono essere assunti in modo coerente per un certo numero di anni per avere un beneficio e che questa assunzione non è scevra da rischi.

Uno studio condotto dai ricercatori americani dell'istituto scientifico 'MD Anderson Cancer Center', sembra dimostrare come il tumore colorettale (CRC) ereditario, pur rappresentando una forma abbastanza rara di questo tipo di cancro, si verifichi con una frequenza particolarmente elevata tra i pazienti giovani e adolescenti. In base ai risultati di questo studio, recentemente pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, il 35% dei casi di CRC diagnosticati al di sotto dei 35 anni d'età risulta essere causato da mutazioni genetiche ereditarie.

ANCONA – Nei pazienti con tumore del colon-retto, un pannello di biomarcatori, analizzato prospetticamente, potrebbe essere in grado di predire l’esito clinico dei pazienti con più precisione rispetto allo stato RAS da solo. Queste le conclusioni cui è giunto un team composto da otto studiosi dell’Università Politecnica delle Marche, due dell’International Medical Center di Jeddah (Arabia Saudita) e uno dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari: il loro lavoro è stato pubblicato sul Journal of Translational Medicine.

L’inibitore dell’angiogenesi ramucirumab è stato approvato dall’FDA in combinazione con il regime chemioterapico FOLFIRI per il trattamento di seconda linea di pazienti con carcinoma del colon retto avanzato o metastatico e in progressione dopo un trattamento iniziale con bevacizumab, oxaliplatino e una fluoropirimidina.

La Commissione Europea ha ampliato le indicazioni di panitumumab includendo anche la terapia di prima linea dei pazienti con cancro del colon retto in fase metastatica e con K-RAS non mutato in combinazione con il regime chemioterapico FOLFIRI. Circa la metà dei pazienti con tumore del colon retto metastatico, infatti, hanno il gene KRAS non mutato.

Il cancro del colon-retto rappresenta uno dei tumori più diffusi nel nostro paese e nella maggior parte dei casi è sporadico, cioè legato agli stili di vita. Tuttavia, una percentuale minore di questi cancri è causata da mutazioni che riguardano geni specifici, quali APC, MUTYH, SMAD4 e TP53. Tali mutazioni possono dare origine a condizioni meno frequenti ma che determinano un elevato rischio di cancro.

La società giapponese Taiho Pharma ha presentato alle autorità regolatorie europee la domanda di registrazione per TAS-102, il nuovo farmaco antitumorale nucleosidico attivo per via orale, costituito dall’agente citotossico trifluorotimidina (FTD) e dall'inibitore della timidina fosforilasi tipiracil cloridrato (TPI), enzima che degrada l’FTD.

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