Paralimpiadi Parigi 2024, intervista ad Eva Ceccatelli

Dopo aver dovuto rinunciare a una carriera come pallavolista a causa della sclerodermia, Eva è potuta tornare alle competizioni grazie al sitting volley e oggi è una delle colonne della Nazionale

Si è innamorata della pallavolo quando aveva solo 9 anni e in breve tempo è diventata un’atleta professionista. Eva Ceccatelli giocava ai massimi livelli quando, all’età di 25 anni, ha dovuto interrompere la sua brillante carriera sportiva per via della sclerosi sistemica, nota anche come sclerodermia: una malattia autoimmune cronica che provoca l’ispessimento e l’indurimento della pelle e del tessuto connettivo, con sintomi molto variabili ma che spesso includono fenomeno di Raynaud, gonfiore e rigidità di mani e piedi, ulcere cutanee e difficoltà respiratorie. Classe 1974, pisana, dipendente pubblica presso la Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna, dal 2016 ha ritrovato la sua vecchia passione per la pallavolo grazie al sitting volley e oggi è in partenza per la sua seconda Paralimpiade, dopo i Giochi di Tokyo 2020.

Paralimpiadi Parigi 2024: intervista a Valentina Petrillo

La velocista italiana ha avuto per anni un duplice segreto: sentirsi donna nel corpo di un uomo e avere una disabilità. Ora sarà la prima transgender a gareggiare ai Giochi paralimpici

La realizzazione di un sogno, ma anche un senso di rivalsa dopo una vita passata a nascondersi. Essere finalmente sé stessa e poter fare quello che ha da sempre voluto: correre in una gara olimpica. Valentina Petrillo è una velocista transgender che a Parigi 2024 parteciperà alla sua prima Paralimpiade, nella categoria T12, quella degli atleti ipovedenti. Innamorata dell’atletica dall’età di 7 anni, quando vede per la prima volta Pietro Mennea vincere le Olimpiadi del 1980 nella gara nei 200 metri, ha cominciato a correre solo a 20 anni suonati, quando si è trasferita a Bologna per studiare informatica all’Istituto dei ciechi Francesco Cavazza. Perché Valentina è affetta dalla malattia di Stargardt, la forma più comune di degenerazione maculare ereditaria. “Si tratta di una patologia genetica che solitamente insorge nell’adolescenza, come è successo a me a 14 anni”, racconta ad OMaR. “La malattia si è manifestata improvvisamente, rendendomi ipovedente nel giro di pochi mesi. Mi ha precluso la visione centrale, lasciandomi una buona autonomia nella parte periferica del campo visivo. Lo sport mi ha aiutato ad essere più indipendente, nonostante le difficoltà della vita di tutti i giorni”.

Paralimpiadi 2024, intervista a Federica Sileoni

Parla l’atleta di Recanati, nata con agenesia dell’avambraccio sinistro. In partenza per i Giochi anche altre 3 campionesse italiane di paradressage, con malattie rare e non solo

Adrenalina, voglia di dare il massimo e una buona dose di emozione. Così Federica Sileoni ha vissuto le ultime settimane di preparazione in vista delle Paralimpiadi di Parigi 2024, dove rappresenterà l’Italia nel paradressage, categoria 5, quella degli atleti con minori limitazioni funzionali. “È la mia seconda Olimpiade, l’affronterò sicuramente con maggiore consapevolezza rispetto a Tokyo 2020”, spiega ad OMaR. “Nelle ultime settimane ho iniziato a sentire la tensione, ma si tratta di una sensazione positiva”.

Paralimpiadi Parigi 2024 - Carolina Costa

A un mese dall’inizio della XXIV edizione dei giochi paralimpici il bilancio della judoka messinese: “La malattia è stata un duro colpo, ma sono riuscita a trasformarla in un punto di forza”

È figlia d’arte Carolina Costa, judoka messinese, attesa a fine agosto a Parigi per la XXIV edizione dei Giochi paralimpici estivi, dove gareggerà nella categoria J2, che raggruppa gli atleti ipovedenti con basso residuo visivo. “Si può dire che sono nata sul tatami, perché i miei genitori non solo sono stati i miei primi fan, ma anche i miei allenatori, soprattutto mio padre”, racconta a Osservatorio Malattie Rare. Sua madre è l’ex lottatrice e judoka olimpionica polacca Katarzyna Juszczak, suo padre è stato il maestro di judo e presidente della Confederazione Italiana Kendo, Franco Costa.

Livia Cecagallina - paralimpiadi 2024

Classe 1999, questi sono i suoi primi Giochi olimpici, dove parteciperà alla gara di carabina “standing” ad aria compressa. “Ho dovuto aspettare di arrivare a 22 anni per sapere che soffrivo di Sindrome di Ehlers-Danlos”

“È una grandissima emozione, che mi dà la carica e mi sprona ad allenarmi per migliorare, definire e rifinire gli ultimi particolari”. Non nasconde l’entusiasmo Livia Cecagallina, che ha staccato il pass per Parigi a fine 2022 dopo i Mondiali di Al Ain, negli Emirati Arabi, dove si è conquistata il quinto posto nella finale di carabina in piedi (R4). Classe 1999, milanese, tiratrice professionista presso la sezione di Monza del Tiro a segno Nazionale, ai Giochi paralimpici l’atleta gareggerà nella specialità di carabina “standing” ad aria compressa per la categoria SH2, che comprende gli atleti che non hanno la forza per sostenere autonomamente l’arma. “Fino al 2019 ho gareggiato nella categoria dei normodotati, dove ho conquistato un secondo posto ai Campionati italiani”, racconta. “Poi ho dovuto sospendere la pratica sportiva perché il mio fisico non mi permetteva più di sostenere le posizioni richieste e all’inizio del 2022 sono entrata a far parte della squadra paralimpica”.

Matteo Parenzan - Paralimpiadi 2024

Classe 2003, a 17 anni è volato alle Paralimpiadi di Tokyo e a 20 era già campione mondiale ed europeo nel tennistavolo. “La miopatia nemalinica non mi ha impedito diventare autonomo”

Andava ancora alle scuole elementari Matteo Parenzan quando impugnò per la prima volta una racchetta. Durante i momenti di riposo, soprattutto d’inverno quando era più difficile uscire in cortile, i ragazzi giocavano a ping pong nel corridoio della scuola. “E lì scoprii con sorpresa che ero bravo, che me la cavavo bene tanto quanto i miei compagni di classe e che, all’occorrenza, riuscivo anche a batterli. Era una cosa bellissima, che mi dava gioia e motivo di orgoglio. Ero come loro e potevo vincere”. Il prossimo 2 settembre Matteo Parenzan sarà a Parigi, impegnato nel primo torneo singolare di tennistavolo ai Giochi Paralimpici 2024.

Vincenzo Boni - Paralimpiadi Parigi 2024

Il pluricampione di nuoto paralimpico convive con la Charcot-Marie-Tooth: “Le medaglie mi hanno permesso di credere in me stesso come mai era avvenuto prima”

Trentasei anni, napoletano doc, appassionato della sua città e della sua squadra di calcio, Vincenzo Boni ha trascorso gli ultimi mesi diviso tra la piscina e la scrivania, in un’impegnativa routine che lo vede alternarsi tra il ruolo di consulente informatico in una nota multinazionale e quello di nuotatore paralimpico in partenza per Parigi 2024. Boni in Francia affronterà la sua terza Paralimpiade dopo Tokyo 2020 e Rio de Janeiro 2016, dove si è messo al collo il bronzo per i 50 metri dorso nella categoria S3, quella dei nuotatori che, pur avendo una ragionevole bracciata, mancano di una buona presa e non utilizzano le gambe.

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