Le malattie croniche sono patologie che presentano sintomi costanti nel tempo e per le quali le terapie non sono quasi mai risolutive.
L'incidenza di queste patologie, che possono essere di origini molto diverse, è molto alta. Le malattie croniche rappresentano circa l'80 per cento del carico di malattia dei sistemi sanitari nazionali europei.

Secondo uno studio spagnolo, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Pain, la memantina, farmaco impiegato nel trattamento di pazienti affetti dalla malattia di Parkinson e dalla malattia di Alzheimer, sarebbe in grado di ridurre il dolore, migliorando così la qualità di vita, anche nei pazienti che soffrono di fibromialgia.
Lo studio, randomizzato e in doppio cieco, ha coinvolto 63 pazienti ed ha avuto una durata di 6 mesi.

Via libera dell’Aifa alla commercializzazione di dolutegravir, il nuovo inibitore dell’integrasi di Viiv Healthcare. L’approvazione in classe H è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale di sabato 18 ottobre e prevede l’utilizzo del farmaco “in combinazione con altri antiretrovirali per il trattamento di adulti ed adolescenti di oltre 12 anni affetti da virus HIV”.
Il programma di sviluppo clinico di dolutegravir è stato di amplissima portata, ed ha compreso sia pazienti naive (cioè mai sottoposti a cure antiretrovirali), sia persone già trattate, sia soggetti con infezione da virus HIV che hanno sviluppato resistenza a precedenti trattamenti ad altri inibitori dell’integrasi.

La psoriasi entra ufficialmente nell'agenda della salute globale

La Giornata Mondiale della Psoriasi, che si svolge in tutto il mondo il 29 ottobre, festeggia i 10 anni con un grande risultato: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha adottato quest’anno una risoluzione che riconosce la psoriasi come malattia non trasmissibile grave che ha un significativo impatto psicosociale e che richiede una maggiore sensibilizzazione pubblica1.
La psoriasi entra così a pieno titolo nell’agenda della salute globale, un risultato ottenuto grazie al grande impegno delle Associazione dei Pazienti di tutto il mondo, compresa ADIPSO, l’Associazione per la Difesa degli Psoriasici, di cui quest’anno ricorre il venticinquennale.

Potrebbero rendersi necessari dei “finanziamenti speciali” per permettere acquisto del farmaco

Entro un mese dovrebbero essere pubblicati sulla Gazzetta ufficiale i criteri per la somministrazione del nuovo “superfarmaco” contro l'epatite C, il Sofosbuvir. Ad assicurarlo è Luca Pani, direttore dell'Agenzia italiana del farmaco. Il problema resta ora quello legato al finanziamento dell'intera operazione. Il ministero della Salute – e il Governo nel suo complesso – dovranno decidere quali fondi stanziare o come impiegare la dotazione di cui hanno già la disponibilità. Secondo il numero uno di Aifa si potrebbe rendere necessario un “finanziamento speciale” come quello che venne messo in campo per combattere la diffusione dell'HIV. '

Secondo i risultati di una ricerca pubblicata su JAMA Neurology il trattamento con glatiramer acetato, nei pazienti i affetti da sclerosi multipla (SM), rimodella la composizione del compartimento cellulare B e influenza la secrezione delle citochine e la produzione di immunoglobuline. Questi risultati dimostrano che la terapia con glatiramer acetato influisce su diversi aspetti della disregolazione della funzione delle cellule B nella SM e che tali aspetti possono coadiuvare i meccanismi terapeutici del farmaco.

Viene dall’Italia un’interessante novità che riguarda i malati di Alzheimer e l’intera comunità scientifica.
Un’équipe di medici e ricercatori dell’Istituto di Neurologia Sperimentale dell’Ospedale San Raffaele, guidati dal prof. Giancarlo Comi ha individuato un nuovo fattore diagnostico e prognostico per la malattia di Alzheimer. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica Annals of Neurology .
Nel liquido cerebrospinale dei pazienti con morbo di Alzheimer è stato rilevato un alto livello di un nuovo marcatore infiammatorio, cioè particolari microvescicole che derivano dalle cellule microgliali.

I pazienti affetti da diabete di tipo 1 riescono a raggiungere un migliore controllo glicemico se trattati con gli analoghi dell'insulina a lunga durata d’azione piuttosto che con l'insulina a durata d’azione intermedia. Inoltre hanno minor  probabilità di andare incontro ad un aumento di peso o a condizioni di grave ipoglicemia. Questo è quanto sostenuto da uno studio recentemente pubblicato su British Medical Journal.
Leggi la notizia completa su Pharmastar.

Seguici sui Social

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti alla Newsletter per ricevere Informazioni, News e Appuntamenti di Osservatorio Malattie Rare.

Sportello Legale OMaR

Tumori pediatrici: dove curarli

Tutti i diritti dei talassemici

Le nostre pubblicazioni

Malattie rare e sibling

30 giorni sanità

Speciale Testo Unico Malattie Rare

Guida alle esenzioni per le malattie rare

Partner Scientifici

Media Partner


Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni