Le malattie croniche sono patologie che presentano sintomi costanti nel tempo e per le quali le terapie non sono quasi mai risolutive.
L'incidenza di queste patologie, che possono essere di origini molto diverse, è molto alta. Le malattie croniche rappresentano circa l'80 per cento del carico di malattia dei sistemi sanitari nazionali europei.

Il farmaco daclatasvir ha ottenuto il parere favorevole del Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’EMA riguardo all’uso (in associazione con altri medicinali) nel trattamento dell’infezione cronica da virus dell’epatite C (HCV).
Daclatasvir è un inibitore del complesso di replicazione NS5A ed è il primo farmaco, appartenente a questa categoria, ad aver ottenuto un parare favorevole dal Chmp per il trattamento di pazienti adulti con infezione HCV.

La compagnia farmaceutica Gilead Sciences ha presentato i risultati di uno studio di fase III (GS-US-337-0113) realizzato in Giappone che ha indagato l'efficacia della terapia sperimentale combinata ledipasvir-sofosbuvir, con e senza ribavirina (RBV), per il trattamento dell’infezione cronica da virus dell’epatite C (HCV) di genotipo 1.
Ledipasvir (LDV) è un inibitore dell'NS5A (proteina non strutturale del virus dell’epatite C) mentre  sofosbuvir (SOF) è un inibitore della polimerasi compreso nella classe degli analoghi nucleotidici. Il regime valutato è monogiornaliero e a dosaggio fisso.

Le compagnie farmaceutiche Gilead e AbbVie stanno competendo tra loro per portare in terapia il primo regime anti-epatite C tutto orale e interferon-free.
Il trattamento terapeutico di AbbVie è costituito dalla combinazione di tre agenti antivirali ad azione diretta contro tre specifici target farmacologici: ABT-450/r (inibitore della proteasi), ABT-267 (ombitasvir, inibitore dell’NS5A), ABT-333 (dasabuvir, inibitore della polimerasi); il regime terapeutico è studiato con e senza ribavirina.
Secondo la decisione presa recentemente dall'EMA, la quale ha validato la domanda di registrazione per il farmaco presentata per i pazienti con genotipo 1 e ne ha concesso anche la valutazione accelerata, il prodotto di AbbVie sarà approvato entro il primo trimestre del 2015.

Jaqueline Veit (Associazione Italiana Endometriosi): "La diagnosi anche dopo 7 anni. La patologia è cronica e disabilitante, chiediamo un intervento legislativo a tutela delle donne che ne sono affette"

Si stima che circa il 10-17% delle donne in età fertile, circa una donna su dieci, soffra di endometriosi: parliamo di 3 milioni di donne solo in Italia. – A spiegarlo è Jaqueline Veit, Presidentessa dell’associazione AIE (Associazione Italiana Endometriosi) fondata nel 1999 per rispondere alle tante richieste delle donne italiane - Rispetto alla fondazione dell’AIE, grazie al lavoro delle associazioni di pazienti, la conoscenza dell’endometriosi è migliorata, tuttavia rimane ancora un forte retaggio culturale e un certo imbarazzo rispetto ad una malattia che mina il ruolo biologico della donna.”

DH Infettivologico aperto 7 giorni su 7, centro prelievi unificato, attività fisica adattata

L’Ospedale Amedeo di Savoia, dove la lotta all’Aids è quotidiana, si è riorganizzato per venire sempre più incontro alle esigenze dei Pazienti.
Il Day Hospital centralizzato di malattie infettive, da oltre 25 anni già aperto anche il sabato, ora è aperto anche la domenica e i festivi per i Pazienti in carico trattati con farmaci a somministrazione indifferibile, come antibiotici per via endovenosa continuativa. Un progetto che segna un grande passo avanti nella continuità terapeutica per i Pazienti seguiti dal Dipartimento Integrato di Malattie Infettive, diretto dal Prof. Giovanni Di Perri, che sinora, per le somministrazioni nei giorni festivi, venivano appoggiati nei tre reparti di degenza e nel servizio di  accettazione.

La sospensione può mettere a rischio lo sviluppo del sistema nervoso del nascituro

L’ipotiroidismo è la condizione per cui la tiroide non è in grado di produrre una normale quantità di ormone, adeguata a soddisfare le fisiologiche richieste dell’organismo. Si tratta di una condizione estremamente comune, che colpisce addirittura il 5% della nostra popolazione: un italiano su venti ne è affetto. Nella maggior parte dei casi si tratta di forme lievi, dette ‘sublciniche’, che possono essere tenute sotto controllo con una semplice terapia orale e con periodiche valutazioni della concentrazione di TSH, FT4 ed anticorpi anti TPO.

Secondo quanto emerso dai risultati di uno studio presentati durante la riunione annuale svoltasi tra il Consortium of Multiple Sclerosis Centers e l’Americas Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (28-31 maggio 2014, Dallas), il farmaco dalfampridina a rilascio prolungato, già approvato perché in grado di aumentare la velocità di cammino nei pazienti affetti da sclerosi multipla (SM), avrebbe effetti positivi anche su  altri aspetti della funzionalità fisica.

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