Le malattie croniche sono patologie che presentano sintomi costanti nel tempo e per le quali le terapie non sono quasi mai risolutive.
L'incidenza di queste patologie, che possono essere di origini molto diverse, è molto alta. Le malattie croniche rappresentano circa l'80 per cento del carico di malattia dei sistemi sanitari nazionali europei.

Secondo i risultati dello studio FREEDOMS II pubblicati recentemente su Lancet Neurology l'uso di fingolimod su pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante remittente (RRSM) troverebbe conferme sia per quanto riguarda la sicurezza che l'efficacia. In particolare lo studio avrebbe rafforzato le prove riguardanti gli effetti benefici del farmaco sui tassi di recidiva della malattia.

Sono stati pubblicati sulla rivista specializzata European Journal of Gastroenterology and Hepatology i risultati dello studio “Real Optimization of Best Efficacy" (PROBE) condotto nel nostro Paese grazie alla collaborazione delle Università di Palermo, Napoli, Torino e di altri centri italiani. Lo studio, condotto dal Prof. Antonio Craxì dell'Università di Palermo, ha avuto lo scopo di raccogliere dati relativi alla gestione della malattia in pazienti affetti da epatite C cronica (CHC), rivolgendo l'interesse anche ai 'sottrogruppi speciali'.

Secondo uno studio recentemente pubblicato su Annals of the Rheumatic Diseases i ricercatori americani hanno condotto uno studio di fase IIb su pazienti affetti da artrite reumatoide (AR) nelle forme da moderata a grave precedentemente trattati, senza successo, con anti-TNFalfa e avrebbero dimostrato che olokizumab, anticorpo monoclonale umanizzato anti-interleuchina 6 ha determinato, rispetto al placebo, una riduzione statisticamente significativa del Disease Activity Score-28 (DAS28) dopo 12 settimane di trattamento.

Secondo recenti scoperte pubblicate sulla rivista European Journal of Clinical Investigation le terapie ipocolesterolemizzanti, cioè quelle terapie che mirano ad abbassare il livello ematico di colesterolo LDL (conosciuto come 'cattivo') nel sangue, devono fare i conti con le caratteristiche metaboliche individuali del paziente. Le terapie più diffuse vanno comunque ad agire sulle funzioni delle HDL (colesterolo 'buono') potenziandone l'attività. Le attuali linee guida raccomandano un trattamento ipolipemizzante nella prevenzione primaria di malattie cardiovascolari nei pazienti affetti da diabete di tipo 2 (T2DM).

Il Ministero sta inoltre provvedendo all'istituzione di un Registro nazionale

L’Endometriosi è una patologia cronica di cui soffrono, in Italia, circa tre milioni di donne, in Europa 14 milioni ed è causa di circa il 30-40% dei casi di infertilità femminile. Purtroppo riconoscerla non è facile e spesso ci si rivolge al medico quando la sintomatologia diviene quasi insostenibile a causa del dolore che questa malattia provoca. Nelle forme più gravi può diventare invalidante sia fisicamente che psicologicamente con gravi ripercussioni sulla qualità della vita di chi ne è colpito.
In occasione della giornata mondiale dedicata alla patologia, che si è celebrata il 13 marzo, il Ministro Lorenzin ha comunicato di aver elaborato, nell’ultimo accordo sugli Obiettivi di Piano una linea progettuale , diretta proprio all’implementazione di percorsi diagnostico-assistenziali e di supporto per migliorare la vita delle donne affette da malattie croniche invalidanti della sfera uro-genitale, tra le quali anche l’endometriosi.

L'endometriosi è una malattia cronica e complessa a carico dell'apparato riproduttore femminile e caratterizzata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell'utero (endometrio) in altri organi quali ovaie, tube, vagina, peritoneo ed intestino. La terapia medica dell’endometriosi interviene cercando di migliorare la sintomatologia dolorosa, attraverso l'inibizione della crescita delle lesioni endometriosiche. Trattandosi l'endometriosi di una patologia ormono-dipendente, la terapia si basa su farmaci ad azione ormonale mirati a riequilibrare le alterazioni endocrinologiche che caratterizzano le pazienti affette. Tali terapie, assunte in regime continuo, sono principalmente rivolte a causare nella pazienti una condizione di amenorrea e la soppressione dell’attività ovulatoria.

Simeprevir è un inibitore della proteasi NS3/4A di nuova generazione, da assumere in monosomministrazione giornaliera insieme all’interferone pegilato e alla ribavirina per il trattamento dell’epatite cronica C.

Gli esperti del Chmp hanno espresso il proprio pare positivo per il nuovo anti epatite C simeprevir (TMC435), sviluppato dalla biotech svedese Medivir e da Johnson & Johnson. Una volta approvato in via definitiva il farmaco verrà messo in commercio con il marchio Olysio.

Seguici sui Social

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti alla Newsletter per ricevere Informazioni, News e Appuntamenti di Osservatorio Malattie Rare.

Sportello Legale OMaR

Tumori pediatrici: dove curarli

Tutti i diritti dei talassemici

Le nostre pubblicazioni

Malattie rare e sibling

30 giorni sanità

Speciale Testo Unico Malattie Rare

Guida alle esenzioni per le malattie rare

Partner Scientifici

Media Partner


Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni