Le malattie croniche sono patologie che presentano sintomi costanti nel tempo e per le quali le terapie non sono quasi mai risolutive.
L'incidenza di queste patologie, che possono essere di origini molto diverse, è molto alta. Le malattie croniche rappresentano circa l'80 per cento del carico di malattia dei sistemi sanitari nazionali europei.

Fingolimod è un farmaco approvato per il trattamento della RRSM in monosomministrazione giornaliera in più di 70 Paesi. È un modulatore orale del recettore della sfingosina-1-fosfato che inibisce l’uscita di cellule naïve e linfociti T di memoria dai linfonodi. Tale inibizione porta a una ridotta circolazione di linfociti e a un loro ridotto trasferimento ai siti di infiammazione tissutale, compreso il sistema nervoso centrale (SNC)”, ha affermato Peter A. Calabresi (Dipartimento di Neurologia della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora), autore senior dello studio multicentrico americano FREEDOMS II.

Il Parkinson è una patologia neurodegenerativa che colpisce tra le 8 e le 18 persone su 100.000 ogni anno. Prima dell'effettiva insorgenza della malattia e della comparsa dei sintomi motori, molti sono i segnali che possono manifestarsi, segnalarci il rischio di sviluppare il Parkinson e spingerci a sottoporci ad un controllo neurologico.
“Ora abbiamo farmaci potenzialmente in grado di rallentare la progressione della malattia, e noi desideriamo agire il più presto possibile – ha affermato il neurologo Michael Rezak, MD e Direttore dell'American Parkinson’s Disease Association Young Onset Center - Quando si verificano i sintomi principali del morbo di Parkinson, come il tremore e la rigidità, hai già perso dal 40 al 50 per cento dei neuroni che producono dopamina. Partire con una cura farmacologica precoce, permette di conservarne il maggior numero possibile”.

In occasione del Congresso EASL (European Association for the Study of the Liver), tenutosi a Londra, sono stati presentati nuovi dati di efficacia e tollerabilità su boceprevir, inibitore della proteasi utilizzato nella “triplice” terapia in associazione con interferone alfa 2b peghilato e ribavirina.
Uno studio italo-spagnolo NPP, Named Patient Program, ha mostrato che con boceprevir è stata raggiunta una risposta virologica sostenuta pari al 58-45% dei pazienti esaminati.

Il meccanismo scoperto dovrebbe essere applicabile anche ad altre malattie neurodegenerative

Quattro ricercatori della Fondazione ISI, dell’Università degli Studi di Milano e del CNR, combinando la fisica con la biomedicina, hanno compreso come funziona l’aggregazione delle proteine in disordini di tipo neurodegenerativo quali FENIB (encefalopatia con corpi d'inclusione di neuroserpina), Alzheimer, Parkinson e Huntington. Per svelarlo hanno studiato una trasformazione che in fisica ricorda quella di una ‘transizione di fase’ in cui un liquido passa allo stato gassoso, in una condizione di ‘non-equilibrio’, cioè una sorta di ‘processo di non ritorno’.
Secondo quanto emerso dal lavoro “Protein accumulation in the endoplasmic reticulum as a non-equilibrium phase transition” pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica Nature Communication, le proteine 'complici' di queste malattie, come in un ‘passaggio irreversibile da liquido a gas’, si accumulano e non riescono più ad uscire. Nella regolazione del processo, secondo un’ipotesi, potrebbe essere coinvolto il metabolismo dei lipidi.

E'stato ufficialmente annunciato l'accordo tra la filiale statunitense EMD Serono, Pfizer e Broad Institute di Cambridge (Massachusetts). L'unione di intenti mirerà ad identificiare il profilo genetico dei pazienti con lupus eritematoso sistemico (LES) e con nefrite lupica (NL) e nuovi biomarker allo scopo di sviluppare terapie innovative contro queste patologie.

All'International Liver Congress di Londra, evento promosso dall'EASL (European Association for the Study of the Liver), sono stati presentati i dati di due studi di fase 2 finalizzati alla valutazione di regimi sperimentali contenenti sofosbuvir (SOF) e ledispavir (LDV).

Un cerotto elettronico contro il Parkinson e gli altri disturbi del movimento: questa è l'innovativa  scoperta dei ricercatori dell’Università Nazionale coreana di Seul. Applicato sulla pelle del polso, il cerotto monitora lo stato di salute del paziente rilasciando i farmaci e favorendone l'assorbimento attraverso il calore.
A riportare la notizia dello sviluppo del dispositivo sono stati la rivista Nature Nanotechnology e Parkinson Italia, che ne hanno descritte le proprietà: elastico, resistente ai movimenti del polso, sottile, trasparente, praticamente invisibile ed 'intelligente', attraverso ingranaggi nanotecnologici ricopre una vasta gamma di operazioni utili alla salute del paziente.

Seguici sui Social

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti alla Newsletter per ricevere Informazioni, News e Appuntamenti di Osservatorio Malattie Rare.

Sportello Legale OMaR

Tumori pediatrici: dove curarli

Tutti i diritti dei talassemici

Le nostre pubblicazioni

Malattie rare e sibling

30 giorni sanità

Speciale Testo Unico Malattie Rare

Guida alle esenzioni per le malattie rare

Partner Scientifici

Media Partner


Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni