Le malattie croniche sono patologie che presentano sintomi costanti nel tempo e per le quali le terapie non sono quasi mai risolutive.
L'incidenza di queste patologie, che possono essere di origini molto diverse, è molto alta. Le malattie croniche rappresentano circa l'80 per cento del carico di malattia dei sistemi sanitari nazionali europei.

Il risultato scientifico reso noto nel corso della Prolusione su “Active Aging” tenuta dal Fisiologo Grassi in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico dell’Università Cattolica presso la sede di Roma

Scoperto da ricercatori italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli” di Roma il meccanismo con cui le proteine tossiche, che si accumulano nel cervello dei malati di Alzheimer fanno danni dall'interno delle cellule nervose, alterando le sinapsi e la trasmissione del segnale nervoso.
Se a queste proteine viene impedito di entrare nel neurone, diventano innocue, ovvero dall’esterno della cellula sono incapaci di danneggiarla.
Sono i risultati importanti di una delle linee di ricerca condotte del team di Claudio Grassi, professore Ordinario di Fisiologia all’Università Cattolica di Roma, che ha tratteggiato i progetti in corso nel suo Istituto in partnership con altri centri di ricerca di fama mondiale.

Milano – Pubblicati su Lancet i risultati dello studio INTERVAL. Essi dimostrano, per la prima volta per un farmaco antidiabetico, la possibilità di raggiungere obiettivi terapeutici personalizzati in termini di controllo glicemico nei pazienti anziani con diabete mellito di tipo 2.
L’aspetto importante dello studio è legato al fatto di aver introdotto un criterio personalizzato per la definizione del target glicemico, ovvero dell’emoglobina glicata (HbA1c), parametro che determina il grado di controllo della malattia. – afferma il Prof. Francesco Giorgino, Ordinario di Endocrinologia presso l’Università di Bari – Gli studi condotti fino a questo momento erano finalizzati a raggiungere livelli di emoglobina glicata omogenei e uniformi per tutti i pazienti, per esempio un livello inferiore a 7,0%, mentre in questo studio condotto in pazienti anziani il livello di HbA1c da raggiungere viene individuato in base alle caratteristiche di ogni paziente.”

Nasce la piattaforma di informazione certificata dedicata alla malattia di Parkinson. Una risposta italiana al protocollo europeo sull’invecchiamento attivo

Il 19 novembre si terrà a Milano la conferenza stampa di presentazione della V Giornata Nazionale Parkinson,che quest'anno sarà celebrata il 30 novembre. La giornata è promossa da  Limpe (Lega Italiana per la lotta contro la malattia di Parkinson, le Sindromi Extrapiramidali e le Demenze)  e Dismov-Sin (Associazione Italiana Disordini del movimento e malattia di Parkinson).
In tale occasione sarà presentato l’Osservatorio Nazionale Parkinson: una novità di assoluto rilievo che rappresenta un punto di svolta unico nel nostro Paese per la raccolta e l’analisi dei dati relativi allo sviluppo della patologia.
“L'Osservatorio Nazionale Parkinson avvicina i pazienti a un’informazione certificata e si configura come uno strumento di riferimento sicuro e aggiornato sulla malattia, per il pubblico e la comunità scientifica” sostiene il prof. Abbruzzese, Presidente Limpe.
La conferenza stampa si svolgerà alle ore 10.30 presso il Boscolo Milano Hotel, in Corso Matteotti 4/6.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Alimentary Pharmacology and Therapeutics, i pazienti affetti da una forma da grave a moderata di malattia di Crohn potrebbero mantenere lo stato di remissione della malattia fino a 4 anni, sottoponendosi al trattamento prolungato con il farmaco adalimumab.
La malattia di Crohn (CD), o morbo di Crohn, consiste nella profonda infiammazione della parete intestinale, e si presenta con dissenteria, dolori addominali, perdita di peso e altri sintomi non legati all'apparato digestivo, come febbre, lesioni aftose, artralgie, eritema nodoso.

Boehringer Ingelheim ha presentato, al 64° Congresso Annuale dell’Associazione Americana per lo Studio sulle Malattie del Fegato (AASLD), i risultati preliminari dello studio di fase II sui farmaci sviluppati in collaborazione con Presidio Pharmaceuticals e rivolti al trattamento dell'epatite C.
Come riportato da Pharmastar, lo studio ha dimostrato che tutti i pazienti (13/13), alla quarta settimana di osservazione dopo il trattamento di 12 settimane con faldaprevir, deleobuvir, PPI-668 e ribavirina, avevano carica virale non rilevabile.

Salerno - Accettare l'idea di essere malati è difficile, ma accettare di essere affetti da una malattia degenerativa lo è ancor di più. Lo sa bene Mario Vuolo, 56enne di Sicignano degli Alburni (Salerno), che è affetto da Sclerosi Multipla Progressiva sin da quando aveva 35 anni.
Questi anni di convivenza con la malattia sono stati difficili per Mario: oltre alla sclerosi sono subentrate la gammopatia monoclonale, la glomerulonefrite membrano proliferativa, la cirrosi (dovuta ai farmaci). Con il manifestarsi dei sintomi inoltre, molte sono state le questioni pratiche da affrontare, la vita di Mario è totalmente cambiata ed anche cose banali, come percorrere la strada verso casa o muoversi agilmente all'interno del proprio appartamento, sono diventate difficili.

Una ricerca condotta a quattro mani dai ricercatori del Policlinico Gemelli e del Joslin Diabetes Center dell’Università di Harvard (Boston) scopre come alcune persone riescono a difendersi dal diabete di tipo 2. Lo studio è appena stato pubblicato online sulla rivista scientifica 'Diabetes'

Il diabete di tipo 2 ha ormai assunto proporzioni pandemiche e non solo nei paesi industrializzati. Nella sola Italia almeno il 5% della popolazione generale presenta questa condizione. Le cause di questo aumento sono per lo più legate a stili di vita ed alimentazione scorretti, vale a dire alla riduzione dell’attività fisica ed all’aumento delle calorie ingerite, spesso derivanti da alimenti lontani dalla nostra tradizionale e sana dieta mediterranea. Eppure, non tutte le persone che hanno i fattori di rischio per diabete poi sviluppano questa condizione. Questa ricerca getta luce sulla presenza, in alcune persone, di speciali scudi di protezione anti-diabete.

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