Il convegno sulla virologia tumorale è stato organizzato a Trieste dall’ICGEB

Scoperto il virus che sembra essere una delle cause della leucemia, due tipi di Papilloma virus confermati essere responsabili di tumori alla pelle, nuove terapie contro il cancro al seno e i tumori orofaringei. Queste sono solo alcune delle numerose novità emerse dalla 42 esima edizione del “DNA Tumor Virus Meeting“, il più importante appuntamento a livello internazionale per la ricerca sui tumori di origine virale, organizzato a Trieste dal Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologia (ICGEB) e da poco conclusosi. “Obbiettivo del convegno – spiega Lawrence Banks, direttore del laboratorio di Virologia Tumorale dell’ICGEB e organizzatore dell’edizione triestina – è stato riuscire a raggiungere una sempre più approfondita conoscenza dei meccanismi molecolari che controllano l’insorgenza e il successivo sviluppo dei tumori di origine virale. Gli studi presentati da 300 scienziati, tra i maggiori esperti del campo provenienti dai più prestigiosi centri di ricerca del mondo, con oltre 120 interventi e 90 poster, dimostrano che la comprensione di questi meccanismi è essenziale per poter agire a livello terapeutico e mettere a punto nuovi farmaci o nuove tecniche di terapia genica”.

E' partita ieri e durerà fino al prossimo 17 luglio la campagna di AISOS - Associazione Italiana per lo studio dell'Osteosarcoma destinata alla raccolta di fondi per un ampio progetto di ricerca sulla malattia e assistenza ai malati, spesso di età pediatrica. Scopo della campagna è, infatti, destinare i fondi raccolti per organizzare un supporto concreto alla gestione del percorso diagnostico terapeutico dei pazienti affetti da osteosarcoma tramite l’orientamento, l’assistenza psicologica e la consulenza agli ammalati ed alle loro famiglie per ottimizzare i tempi di diagnosi e di cura migliorare oltre che la quantità, la qualità di vita; nei casi di guarigione si potrà facilitare il reinserimento nella vita normale tramite l’indirizzo alle opportune forme di riabilitazione fisica e di percorsi di restituzione ai normali rapporti con il collettivo. AISOS intende raggiungere l’ambito traguardo di permettere trattamenti chemioterapici mirati, personalizzati ed efficaci, meno tossici delle terapie convenzionali e di migliorare la qualità di vita dei piccoli pazienti. Per sostenere l'associazione verso questo traguardo basta inviare entro il 17 luglio prossimo un sms al numero 45506 indipendentemente dal proprio gestore telefonico.

 

Grazie ai nuovi farmaci intelligente più speranze per i malati

“Qualche volta può essere utile al paziente ematologico o a un suo familiare chiedere informazioni ad uno specialista diverso da quello che lo segue abitualmente, perché magari si apre di più, non teme di sembrare troppo ansioso o insistente. La pensa così anche il presidente dell’AIL, prof Franco Mandelli che tra le tante iniziative in programma per la "Giornata nazionale contro leucemie, linfomi e mieloma" ha presentato, nel corso di una conferenza stampa, il Servizio numero verde AIL: dalle 8 alle 22 del 21 giugno otto illustri ematologi saranno a disposizione al numero verde 800–226524 per rispondere a domande dei pazienti”. A darne notizia è il blog di Antonella Barone tutto dedicato alle malattie mieloproliferative. Il blog si chiama ‘Mi.Cro – Mieloproliferative Croniche e Altre Minoranze”.    

Resi i noti i dati del follow up a lungo termine: il 78 per cento sopravvive a 5 anni

Dal 47esimo confesso ASCO - American Society of Clinical Oncology, tenutosi la prima settimana di giugno a Chicago, arriva una nuova importante conferma per il Desatinib, farmaco usato, fino ad ora,  nei pazienti affetti da Leucemia Mieloide Cronica Philadelphia positiva in fase cronica (CP-LMC) resistenti o intolleranti alla attuale terapia standard con imatinib. Il desatinib è un farmaco prodotto da Bristol-Myers Squibb, il suo percorso clinico di sviluppo è tra i più rapidi della storia della medicina, tanto che si vede sempre più vicina una possibile approvazione come trattamento di prima linea.

L’artista ha organizzato una serata di beneficenza per Santa Lucia per raccogliere fondi

La solidarietà e la generosità per i bambini colpiti da retinoblastoma, grave tumore dell’occhio, diventa sempre più grande. Anche il noto attore Peppe Quintale sta sostenendo l’attività del centro retinoblastoma del policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, diretto dalla dottoressa Doris Hadjistilianou, un punto di riferimento e di eccellenza nazionale a cui giungono bambini da tutto il Paese. “Grazie ai fondi raccolti da Peppe Quintale e da molti suoi amici con due iniziative – spiega Hadjistilianou – sarà possibile acquistare il nuovo laser dedicato ai bambini in cura presso l’Oftalmologia. Un grande gesto di amore e generosità che apprezziamo con tutto il cuore”.

Studio inglese spiega il meccanismo della malattia e apre la strada a nuovi obiettivi terapeutici

Non basta la mutazione di un solo gene per far sì che un individuo sviluppi la leucemia mieloide acuta, una forma di tumore del sangue rara, che può attecchire anche nel giro di pochi giorni e che, nonostante la presenza di alcune terapie, è caratterizzata da bassa sopravvivenza: circa il 70 per cento degli adulti non arriva a 5 anni dalla diagnosi. A far sì, invece, che le cellule normali si trasformino in cellule leucemiche sarebbe un processo complesso, in cui sono coinvolte tre diverse fasi e tre diversi gruppi di geni. A dimostrarlo è uno studio inglese, appena pubblicato su Nature Genetics, condotto presso il Wellcome Trust Sanger Institute su topi geneticamente modificati e con procedimenti di genetica innovativi. Il risultato è che, oltre a confermare il ruolo chiave alla base del processo canceroso della mutazione del gene NPM1, già nota, per lo sviluppo delle leucemia mieloide acuta serve la collaborazione di altri due gruppi di mutazioni che vanno a interagire affinché il cancro si sviluppi e diffonda. Mentre la mutazione NPM1 va a stimolare la crescita delle cellule mieloidi, il secondo gruppo di geni controlla il modo in cui le cellule proliferano e il terzo gruppo orchestra l'attività genetica nelle cellule.

La sperimentazione è stata condotta da Università Bicocca di Milano e San Gerardo di Monza

Due pazienti italiani, di 20 e 26 anni, con poche settimane di vita a causa di una recidiva del linfoma ALK – positivo, conosciuto anche come linfoma anaplasico a grandi cellule  - sono stati trattati, mostrando dei migliorament,i utilizzando in via sperimentale una nuova molecola, sviluppata da Pfizer, che inibisce la proteina ALK alla base del linfoma: il Crizonitib. La notizia, riportata nella newsletter di Assobiotec, il gruppo di Federchimica che riunisce le aziende biotecnologiche, si basa su uno studio pubblicato alla fine di febbraio sul  “New England Journal of Medicine”, la più autorevole rivista di medicina del mondo. Lo studio è firmato da Carlo Gambacorti Passerini, professore associato di Medicina Interna nel dipartimento di Medicina Clinica e prevenzione dell’Università di Milano-Bicocca, dal professor Enrico Pogliani, direttore dell'Unita di Ematologia dell'Ospedale San Gerardo, e dalla professoressa Cristina Messa, docente di Medicina Nucleare nello stesso Ateneo. I due pazienti, un uomo e una donna, sono i primi al mondo ad essere stati trattati con questo tipo di terapia.

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