Le malattie croniche sono patologie che presentano sintomi costanti nel tempo e per le quali le terapie non sono quasi mai risolutive.
L'incidenza di queste patologie, che possono essere di origini molto diverse, è molto alta. Le malattie croniche rappresentano circa l'80 per cento del carico di malattia dei sistemi sanitari nazionali europei.

Si spera che le due molecole diano risultati positivi nella malattia ai primi stadi

USA - Una nuova sperimentazione sulla malattia di Alzheimer sarà coordinata dalla Washington University di St. Louis, che coordinerà un progetto mondiale sulla patologia. Saranno testati due nuovi farmaci su 160 persone che presentano una particolare mutazione genetica che rende più probabile l’insorgenza precoce della malattia.

California - Bassi livelli ematici di vitamina D sarebbero associati ad un aumento del numero di lesioni cerebrali e un aggravamento della sclerosi multipla (SM). E’ uno studio statunitense pubblicato su Annals of neurology a suggerire un potenziale legame tra l’assunzione di vitamina D e l’aggravarsi della malattia.

“Se i risultati saranno positivi – spiega il prof. Uccelli di Genova – avremo un modo per riparare in parte il danno, se saranno negativi avremo almeno frenato i ‘viaggi della speranza’”

GENOVA - La notizia arriva dal Congresso ECTRIMS - dell'European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (Ectrims) svoltosi a Lione ma la fonte è tutta italiana. E’ stato, infatti, il prof. Antonio Uccelli, responsabile del Centro per lo studio e la cura della Sm e malattie demielinizzanti dell'università di Genova ad annunciare che sta partendo l’arruolamento di pazienti per il primo studio clinico di fase II al mondo mirato a studiare la sicurezza e l'efficacia dell'uso delle cellule staminali mesenchimali contro la sclerosi multipla.

Potrebbe essere un passo avanti per un approccio personalizzato alle terapie. Allo studio ha partecipato anche una ricercatrice originaria di Padova

USA  - Un nuovo studio, condotto dai ricercatori del Brigham and Women Hospital, propone una nuova classificazione della Sclerosi multipla in due grandi categorie. Il gruppo di ricerca guidato da Philip De Jager avrebbe, infatti, individuato un modo per distinguere i pazienti affetti da sclerosi multipla in due sottoinsiemi significativi, utili per lo sviluppo di trattamenti mirati.

Il farmaco ha mostrato di essere in grado di ritardare significativamente la progressione della disabilità

Parigi, Francia –  Sanofi e la sua controllata Genzyme hanno annunciato in data odierna i dati principali dello studio TOWER presentati al 28° congresso del Comitato Europeo per il Trattamento e la Ricerca nella Sclerosi Multipla (ECTRIMS). Nello studio, teriflunomide 14 mg in monosomministrazione giornaliera per via orale ha ridotto significativamente il tasso di recidive annualizzato e ha rallentato la progressione della disabilità nei pazienti con forme recidivanti di sclerosi multipla (SM) rispetto a placebo. Inoltre, la percentuale di pazienti trattati con teriflunomide liberi da recidive è stato significativamente superiore rispetto a placebo.

USA – 12 Ottobre 2012 – Biogen Idec ha annunciato oggi nuovi dati provenienti dagli studi di valutazione del BG-12 (dimetil fumarato) per via orale, che forniscono ulteriori evidenze sugli importanti effetti clinici e radiologici del farmaco in pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante remittente (SMRR) e ne confermano ulteriormente il buon profilo di sicurezza riscontrato fino ad oggi. I dati sono stati presentati al 28° Congresso del Comitato Europeo per il Trattamento e la Ricerca sulla Sclerosi Multipla(ECTRIMS) a Lione, Francia.

La ricerca è parte di un progetto volto ad individuare le correlazioni tra patologie e flora batterica

Copenaghen - Il numero di persone che soffrono di diabete di tipo 2 in tutto il mondo è aumentato in maniera decisamente rapida negli ultimi decenni. Gli scienziati sospettano anche che le persone affette da questa malattia siano molte di più di quelle diagnosticate. Un nuovo studio, pubblicato su Nature, suggerisce ora che i batteri intestinali possano rivelare la presenza della patologia.

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