Le malattie croniche sono patologie che presentano sintomi costanti nel tempo e per le quali le terapie non sono quasi mai risolutive.
L'incidenza di queste patologie, che possono essere di origini molto diverse, è molto alta. Le malattie croniche rappresentano circa l'80 per cento del carico di malattia dei sistemi sanitari nazionali europei.

L’epatite C potrebbe essere curata senza interferone, attuale base della terapia farmacologica per circa un milione e mezzo di italiani, non priva di effetti collaterali. La novità arriva dal Liver Meeting 2012, il congresso annuale della American Association for the Study of the Liver (Aasl) svoltosi a Boston (Usa), dove sono stati presentati diversi studi su terapie promettenti che non necessitano l’utilizzo di interferone.

L’origine sarebbe dunque nel cervello ma per un problema chimico, e non psicosomatico

Washington - Secondo una ricerca presentata pochi giorni fa al College of Rheumatology Annual Meeting a Washington, il dolore delle persone affette da fibromialgia potrebbe essere causato da un problema con il modo in cui vengono elaborati gli stimoli del dolore dal cervello. Un’elaborazione del segnale doloroso anormale potrebbe essere anche relativa a una mancanza di risposta agli oppioidi, una delle classi di antidolorifici più comuni.

USA - Il morbo di Crohn e la colite ulcerosa affliggono circa 2,5 milioni di persone in tutto il mondo. Una recente scoperta ha individuato 71 nuovi geni associati a queste patologie infiammatorie croniche intestinali. La ricerca, pubblicata su Nature, è stata condotta da un consorzio di ricercatori statunitensi finanziati dal National Institutes of Health.

Una nuova ricerca, pubblicata su Arthritis Care & Research, sostiene che le donne affette da lupus eritematoso sistemico (LES) presentino un rischio doppiamente maggiore di preeclampsia, una sindrome caratterizzata dalla presenza (singola o in associazione) di edema, proteinuria o ipertensione nella donna in gravidanza.

La scoperta è stata fatta dai ricercatori della Cattolica di Roma, per ora la molecola funziona sul modello animale

Roma, 15 Novembre 2012 – Ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma -Policlinico A. Gemelli insieme con colleghi dell’Università di Los Angeles (UCLA) hanno dimostrato l’efficacia di “pinzette molecolari” che potrebbero risultare importanti nella cura della malattia di Alzheimer: le pinzette “pizzicano” le proteine tossiche che si aggregano nel cervello dei pazienti e, così facendo, ne bloccano l’aggregazione, impedendo che avvelenino i neuroni. La nuova molecola anti-Alzheimer è risultata efficace in un modello animale di malattia.

Pubblicato su PLoS ONE uno studio che dimostra come il Tat sia necessario per lo sviluppo di un vaccino efficace

Pubblicato oggi, su PLoS ONE, lo studio che dimostra come la proteina Tat leghi la proteina Env di HIV, formando un complesso che favorisce l’infezione di cellule presenti alla “porta di ingresso” dell’HIV, quali cellule dendritiche e macrofagi, che costituiscono i serbatoi del virus e ne assicurano la persistenza anche durante la terapia.

Usa - Un altro piccolo passo in avanti nella ricerca sulla malattia di Alzheimer. Stavolta si tratta della scoperta di un interruttore molecolare che può essere spento per ritardare l’insorgenza dell’Alzheimer o ridurne i danni cerebrali. Si tratta dell’enzima monoacilglicerolo lipasi (MAGL), scoperto da un team della University Health Sciences Center di New Orleans (Usa), grazie a uno studio condotto sui topi.

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