Quando questi non bastano però, soprattutto dopo i 60 anni, l’Aspirina è la prima scelta.

“Dei 57 milioni di morti globale del 2008, 36 milioni (cioè il 63 per cento) sono stati causati da malattie non trasmissibili (MNT), come le malattie cardiovascolari (CVD), cancro, diabete e malattie respiratorie. Quasi la metà (17,3 milioni) di questi decessi sono stati attribuiti  proprio alle malattie cardiovascolari. Questa L'onere della CVD, in termini di anni di vita persi, la qualità della vita perduta, e le spese mediche è enorme. Una grande percentuale di queste morti si potrebbe prevenire eliminando o modificando i fattori di rischio: tabacco, ipertensione, colesterolo alto, soprappeso e obesità, alimentazione scorretta, sedentarietà e diabete. Quando questo non basta ci sono i farmaci”. Con questi numeri impressionanti è cominciata la relazione fatta a Bitterfeld, il più grande stabilimento di Bayer per la produzione dell’Aspirina, lo stesso dal quale nel 2000 uscì l’Aspirina ‘numero 10Mila Milioni’, della professoressa Kathryn A. Taubert della World Heart Federation.     

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La colpa sarebbe nella mutazione di una proteina chiamata Lyn che danneggia i globuli rossi

Si chiama coreoacantocistosi, è una malattia rara del sangue che prende il nome dalla forma caratteristica che assumono nei pazienti i globuli rossi, la forma di foglia di acanto e dal fatto che i disturbi si caratterizzano anche per una serie di movimenti involontari, da cui il nome di ‘corea’ . La malattia è ereditaria e colpisce il sistema nervoso centrale, di questa però si sa ancora veramente poco e non ci sono terapie. A chiarirne in parte i meccanismi è ora uno studio condotto all’Università di Verona dalla dottoressa Lucia De Franceschi del Dipartimento di Medicina dell’Università di Verona, diretto dal professor Antonio Lupo, grazie a un progetto finanziato da Telethon e dall’ateneo e con la partecipazione di Avis al progetto.

La Sindrome di Lowe è una malattia di origine genetica legata all’X, e che dunque colpisce i maschi: fin dalla nascita i bambini presentano cataratta congenita e grave ipotonia, poi glaucoma, ritardo mentale e dello sviluppo motorio, convulsioni, disturbi del comportamento, problemi renali. Proprio l’insufficienza renale è il sintomo che mette più a rischio la vita dei pazienti affetti da questa malattia, per la quale al momento non esiste una cura risolutiva. Anche i meccanismi della malattia fino ad oggi presentavano molti punti oscuri: ora un po’ di chiarezza è stata fatta grazie ad uno studio finanziato da Telethon e condotto al Tigem di Napoli i cui risultati sono appena stati pubblicati sull’Embo Journal.

Una raccolta di dati per definire meglio l'epidemiologia e la storia naturale della malattia.

Nel mondo poco conosciuto delle malattie rare, è una storia abbastanza frequente: un'associazione, di pazienti e famigliari di pazienti, supporta un progetto di ricerca per colmare lacune diagnostiche e terapeutiche che rimarrebbero, in altro modo, quasi ignorate. Il progetto, in questo caso, si chiama 'Chiariamo' e si occuperà si raccogliere dati epidemiologici sulla malformazione di Arnold Chiari di tipo I, una malformazione del cervelletto, rara e congenita, la cui incidenza resta ancora ignota. L'associazione è la AIMA Child -  Associazione Italiana Malformazione di Chiari Child, che ha coinvolto tre dei più importanti istituti milanesi, l'Istituto Neurologico Carlo Besta, l'Ospedale Niguarda Ca' Granda e l'Ospedale Luigi Sacco, insieme con la Regione Lombardia nell'ambito della Rete Nazionale per le Malattie rare.

Nosari (Riguarda): “La novità degli ultimi anni sono le terapie con anticorpi monoclonali”

Come avevamo già anticipato, sono disponibili le nuove line guida pubblicate dalla American Society of Hematology, redatte sulla revisione sistematica delle pubblicazioni scientifiche sulla porpora trombotica trombocitopenica degli ultimi anni. Nate dalla necessità di stabilire delle priorità nell’approccio interventistico al paziente che può arrivare dal medico con una manifestazione acuta della malattia, il nuovo manuale di ‘attacco’ per questa malattia rara definisce i casi tipo che si può trovare ad affrontare lo specialista. Una guida utile, se si considera la complessità della patologia.

Un casco, con dei mini-circuiti al suo interno, attraverso il quale si possono trasmettere onde elettromagnetiche a diversa sequenza al cervello per insegnargli a superare una lesione al tessuto nervoso. Stiamo parlando della stimolazione transcranica a onde elettromagnetiche che rappresenta l'ultima frontiera nel trattamento delle malattie neurologiche. L'idea di base è quella di stimolare il cervello a riorganizzarsi e, quindi, a superare un danno subito per ripristinare la sua funzionalità originaria. Una lesione al tessuto nervoso, infatti, determina una disorganizzazione delle cellule nervose con conseguente trasmissione alterata degli impulsi nervosi: ciò si traduce, nel caso di paraparesi nella sclerosi multipla, in una spasticità causata proprio dalla disorganizzazione del tessuto nervoso.

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