Scoperto un difetto genetico che influenza la prognosi nei pazienti e può guidare i medici verso la scelta di un intervento chirurgico più o meno invasivo

A scandire il successo dell’intervento chirurgico nei pazienti con astrocitoma, una forma di tumore cerebrale, sarebbe una specifica mutazione nel gene IDH1: quando presente nelle cellule cancerose, i pazienti sopravvivono addirittura più a lungo dopo la rimozione completa della massa neoplastica. Prognosi peggiore, invece, quando non c’è il difetto genetico. A osservare questo meccanismo, che può indirizzare la scelta di un approccio chirurgico più o meno invasivo e garantire un esito migliore, sono stati i ricercatori del Massachussetts General Hospital Cancer Center con uno studio pubblicato su Neuro-Oncology.

Uno studio in vitro, pubblicato sulla rivista Leukemia Research, ha messo in luce l'effetto positivo di alcuni antiretrovirali (inibitori della proteasi) nella leucemia mieloide acutaSecondo la ricerca ritonavir, nelfinavir, saquinavir e lopinavir, sono in grado di indurre uno stress proteotossico in linee cellulari di leucemia mieloide acuta (LMA), rendendole potenzialmente più vulnerabili al trattatamento con inibitori del proteasoma.

Per ora si parla di test supersensibili per leucemia mieloide cronica, cancro del colon-retto e glioma. Le sperimentazioni in tutta Europa, presentate durante il Nano World Cancer Day

E’ la nanomedicina, ovvero le nanotecnologie applicate alla pratica clinica, una delle strade più promettenti per la lotta contro il cancro. A parlarne – e a presentarla, per chi non ne avesse ancora sentito parlare - sono stati i ricercatori di 13 paesi europei riuniti nella European Technology Platform of Nanomedicine, nel corso della conferenza satellitare svolta, in Italia, presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano in occasione del Nano World Cancer Day. Il progetto, finanziato dalla Comunità Europea insieme ad altre iniziative volte a promuovere la crescita del settore, include diverse sperimentazioni che sfruttano le potenzialità di dispositivi tecnologici molto piccoli (da 1 a 100 nanometri, ovvero milionesimi di millimetro) per consentire diagnosi precoce e facilitare il trasporto di farmaci nei pazienti.

Il raro tumore al cervello è quasi sempre causato dalla mutazione del gene BRAF. Presto sarà avviata una sperimentazione per testare l'inibitore del gene stesso

La promessa è quella di sviluppare farmaci specifici per inibire il gene diffettoso che consente al craniofaringioma di accrescersi. In realtà è ancora un po’ presto, ma i primi passi in questa direzione sono già stati avanzati. Il punto di partenza è stato l’identificazione di una mutazione del gene BRAF nel cellule di questo raro tumore del cervello: a darne notizia la rivista Nature Genetics, qualche settimana fa, con il lavoro dei ricercatori del Massachusset General Hospital di Boston e della Harvard Medical School, che hanno dimostrato come questo difetto genetico faccia da unico ‘driver’ (ovvero da spinta) per la proliferazione delle cellule tumorali nella forma papillare nel 95% dei casi. Dal sequenziamento genico, condotto su un centinaio di campioni, è stata individuata anche un’altra mutazione - nel gene CTNNB - che è risultata invece caratteristica della variante più frequente nell’età pediatrica, craniofaringima adamantinoso.

Un nuovo farmaco potrebbe entrare a far parte delle terapie dedicate al melanoma in stadio avanzato. La multinazionale statunitense Merck and Co ha infatti reso noto di aver depositato all’FDA la prima parte del dossier registrativo dell’anticorpo sperimentale anti-PD-1 lambrolizumab (noto anche come MK-3475).

Al via all’Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma un progetto di ricerca, finanziato da AIRC e Fondazione Umberto Veronesi, per scovare nel sangue dei biomarcatori diagnostici e prognostici di questi tumori sempre più diffusi

Parte all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma un progetto di ricerca finanziato da Airc e Fondazione Umberto Veronesi per scovare nel sangue dei biomarcatori diagnostici e prognostici di tumori di testa e collo, neoplasie sempre più diffuse e legate a stili di vita inappropriati. Gli scienziati cercheranno nel sangue delle molecole (piccoli RNA) che permettano di tracciare la carta d’identità della malattia per ciascun paziente e quindi un giorno di personalizzare le cure, semplificare la diagnosi, stabilire chi è a rischio di ammalarsi e valutare la prognosi di ciascun paziente, il tutto con un semplice prelievo di sangue.

Il sondaggio della Thyroid Cancer Alliance ha coinvolto 40 Paesi, segnalando le esigenze dei malati

Nell'ambito degli studi scientifici sul cancro alla tiroide raramente vengono prese in considerazione le necessità psicosociali dei pazienti. Al fine di colmare questa lacuna, la Thyroid Cancer Alliance,un'associazione di pazienti e sopravvissuti al tumore, ha sviluppato un questionario che è stato compilato da circa 2400 malati ed ex pazienti in 40 paesi del mondo tra cui l'Italia, grazie al supporto di Genzyme.
Il sondaggio, i cui risultati sono stati pubblicati recentemente su Hormones, rappresenta il più vasto finora e ha affrontato diversi punti, tra cui l'impatto del cancro alla tiroide sulla vita dei pazienti, le differenze negli standard di cura nei diversi paesi e le possibili strategie volte a migliorare le cure attuali.

Seguici sui Social

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti alla Newsletter per ricevere Informazioni, News e Appuntamenti di Osservatorio Malattie Rare.

Sportello Legale OMaR

Tumori pediatrici: dove curarli

Tutti i diritti dei talassemici

Le nostre pubblicazioni

Malattie rare e sibling

30 giorni sanità

Speciale Testo Unico Malattie Rare

Guida alle esenzioni per le malattie rare

Partner Scientifici

Media Partner


Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni