E’ stato annunciato il 9 ottobre 2013, in apertura del 34° Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia Invasiva (SICI-GISE), l’avvio del primo studio italiano sul trattamento della malattia aterosclerotica coronarica diffusa (CAD) con il primo dispositivo bioriassorbibile (Absorb).
Lo studio
multicentrico IT-DISAPPEARS (Italian National Registry on Bioresorbable Vascular Scaffold - Absorb - for Diffuse Coronary Disease), realizzato con il sostegno di Abbott, è un registro osservazionale che si prefigge di valutare i benefici a lungo termine dell’innovativo dispositivo. Ha l’obiettivo di coinvolgere circa 1.000 pazienti affetti da malattia aterosclerotica coronarica, in oltre 50 centri ospedalieri italiani per una durata di 5 anni.

Quando ci si confronta con la diagnosi di patologie neuromuscolari si procede con indagini di tipo qualitativo, basate su analisi e tipizzazione istologica delle biopsie. Questo tipo di indagine però rende difficile quantificare i danni che la patologia comporta su ogni singolo paziente.
Secondo uno studio pubblicato su Orphanet Journal of Rare Diseases si è ora in grado di quantificare il grado di patologia correlabile a ciascun campione grazie a una metodica innovativa basata su sofisticati sistemi di rete.

Un team statunitense di specialisti in pediatria guidato da Steven E. Lipshultz, direttore del Batchelor Children’s Research Institute presso la Miller School of Medicine (University of Miami), ha condotto una ricerca scientifica allo scopo di individuare e classificare gli innumerevoli fattori di rischio che contribuiscono a provocare la morte improvvisa di molti bambini affetti da cardiomiopatia ipertrofica (HCM). I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista medica The Lancet, forniscono un insieme di indicazioni utili in grado di aiutare gli specialisti a determinare la gravità della condizione dei giovani pazienti colpiti dalla malattia e l'eventuale necessità di sottoporli ad un tempestivo trapianto di cuore.

La compagnia farmaceutica AesRx ha annunciato di aver ricevuto il via libera per uno studio clinico di Fase II dell'agente farmacologico Aes-103, specificamente sviluppato per il trattamento di pazienti affetti da drepanocitosi, una rara patologia conosciuta anche come anemia a cellule falciformi (SCD) o, più semplicemente, anemia falciforme.

Presentate al Congresso  “Advanced Reproductive Medical Treatments” di Roma

È oggi possibile eseguire una diagnosi genetica preimpianto dell’embrione attraverso la Blastocentesi, ossia l’analisi del liquido contenuto nella cavità della blastocisti, l’ultimo stadio a cui arriva l’embrione prima dell’impianto in utero; questa tecnica permette di indagare in maniera non invasiva sul DNA embrionale per individuare eventuali malattie genetiche o malformazioni cromosomiche.

Diversi studi hanno ormai dimostrato la potenzialità, in ambito terapeutico, delle diverse tipologie di cellule staminali ma, contemporaneamente al progresso scientifico, sono sorti problemi relativi all’aspetto etico dell’uso di tali cellule.
Ora, i ricercatori della Scuola di scienze biomediche dell'Università Monash di Melbourne avrebbero scoperto che le staminali amniotiche (prelevate dal liquido amniotico) presentano un potenziale terapeutico nel trattamento dell’ictus.

Ricercatori dell’Università di Padova meritano le pagine di "Science" per uno studio che rivoluziona le conoscenze su questi organelli fondamentali per la vita della cellula

I mitocondri sono le centrali elettriche delle cellule, note anche per il loro ruolo nello smaltimento delle cellule vecchie o danneggiate. In uno studio finanziato da Telethon e pubblicato su Science, il gruppo di ricerca guidato da Luca Scorrano, professore di Biochimica all’Università di Padova e ricercatore dell’Istituto Telethon Dulbecco, ha dimostrato per la prima volta come queste importanti strutture cellulari siano in grado di determinare “in senso cardiaco” il destino della cellula a livello embrionale. Questo nuovo studio, svolto in collaborazione con l’Università di Washington, suggerisce anche nuovi potenziali meccanismi genetici alla base di alcune cardiopatie congenite.

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